Allison e il ritorno della tradizione brasiliana tra i pali

Allison, il nuovo portiere della Roma, sbarca in Italia con il grandissimo compito di riportare in auge la grande tradizione di portieri brasiliani nella nostra penisola. Il ragazzo, classe ’92, già titolare della Selecao è pronto a stupire ed è stato presentato nel migliore dei modi da tutti gli ex estremi difensori che hanno potuto saggiare le sue doti. Prima di aggregarsi al ritiro con i giallorossi, Allison sarà impegnato nella Copa America negli Usa. Un’altra vetrina molto importante che sarà essenziale per Spalletti, per poter capire le reali capacità del numero 1 verdeoro.

DIDA, J. CESAR E TAFFAREL: SCOMODI PREDECESSORI

Cosa ci si aspetta da Allison? Sicuramente che sia all’altezza dei suoi predecessori brasiliani. Il primo, di una certa importanza, a calcare i campi della Serie A fu Taffarel: la freddezza e la capacità di parare rigori erano le sue caratteristiche migliori. Approdò in Italia vestendo la maglia del Parma nel 1990 arrivando proprio dall’Internacional. In 3 anni in gialloblù collezionò 74 presenze chiudendo con 69 reti subite. Nel 1993 viene acquistato dalla Reggiana dove si replica timbrando il cartellino 31 volte e subendo 31 goal. Score di tutto rispetto per uno dei portieri del Brasile più forti di sempre. I suoi riflessi e il suo senso della posizione fecero di lui un estremo difensore poco spettacolare, ma estremamente efficace. Spostandoci in un passato più recente, come non ricordare Nelson Dida, numero 1 del Milan. Il rossonero venne acquistato nel 1999 dal Cruzeiro, ma dopo diversi anni di prestito, conquistò la maglia da titolare solo nel 2002. Il brasiliano difese la porta del presidente Berlusconi fino al 2010. Dida ha sempre messo in evidenza la sua grandissima agilità: dotato di un colpo di reni fuori dal normale, ha reso la vita difficile a qualunque attaccante della Serie A compiendo, in più di un’occasione, miracoli fuori dal comune. Tutto venne dimenticato dopo il petardo che colpì, l’estremo difensore, durante il derby contro l’Inter in Champions League. Dall’ora, il numero 1 del Brasile, ha iniziato il suo declino con papere e sceneggiate che lo hanno piano piano allontanato dal calcio italiano. Non possiamo dimenticare il piccolo schiaffetto ricevuto da un tifoso del Celtic durante la gara di Champions del 2007. Il portiere, una volta colpito, si rotolò a terra e venne fatto uscire in barrella. La UEFA lo punì per la sceneggiata con due turni di squalifica. Dal quell’episodio, Nelson Dida, è stato pian piano accantonato fino al suo ritorno in patria. In ultimo, ma non per importanza, il grande Julio Cesar. Il portiere ha vestito la maglia dell’Inter dal 2005 al 2012 collezionando 228 presenze e subendo 203 reti in Serie A. Il portiere della Selecao è stato uno dei grandi artefici del “triplete” nerazzuro targato Mourinho nel 2010. Agilità, senso della posizione, comunicazione e tenacia sono le caratteristiche più spiccate e importanti del numero 1 che ha lasciato un vuoto dopo il suo addio all’Italia. Nel palmares della nazionale vanta 2 Confederation Cup e una Copa America. Possiamo aggiungere anche 5 campionati italiani, 3 coppa Italia, 4 Supercoppe Italiane e una Champions League con Mondiale per club annesso. Un modello da seguire e dal quale Allison non dovrà farsi schiacciare, viste le grandi speranze che il popolo giallorosso nutre in lui.

ALLISON A ROMA, DOPO J. SERGIO E DONI

La tradizione brasiliana a Roma non è stata proprio delle migliori. Nel 2005, dalla Juventude, arriva in giallorosso Doni. Il portiere sarà titolare fino al 2011 alternando ottime annate a clamorose sviste. Inizialmente è costretto a guardare Curci dalla panchina, finchè Spalletti non gli concede una chance che poi lo consacrerà il numero 1. Tutto sembra procedere per il meglio fino all’infortunio che minerà la stagione 2008-2009. Purtroppo, dopo il recupero, le sue prestazioni caleranno drasticamente. Il ragazzo non è più una sicurezza e anche la poca fiducia lo portano ad essere insicuro in più di un’occasione. Alla fine deciderà di abbandonare l’Italia per il Liverpool fino al suo addio al calcio nel 2013 per un’aritmia cardiaca. L’altro estremo difensore brasiliano che ha calcato i campi di Trigoria fu proprio J. Sergio, che si alternò a Doni nel periodo del suo infortunio. Il ragazzo era stato definito proprio da Luciano Spalletti: “Il terzo portiere più forte del mondo“. Durante la gestione Ranieri, a causa dei numerosi infortuni, fu chiamato in causa e si fece trovare più che pronto. La sua posizione tra i pali e la sua reattivirà stupirono anche gli scettici, anche se la carenza nelle uscite era enorme. Il popolo romanista lo ricorda per 2 grandi episodi: il primo il rigore parato a Floccari durante il derby del 2010 con un grande intervento anche su Zarate che permise ai giallorossi di ribaltare il risultato e vincere 2-1. Il secondo le lacrime durante Brescia-Roma. L’estremo difensore, nonostante un brutto infortunio, causato in uno scontro di gioco, rimase in porta tra urla e pianti. Il suo grande attaccamento alla maglia non nascose tuttavia, con il passare del tempo, i suoi grandi limiti che piano piano lo fecero cadere nel dimeticatoio.

Allison quindi ha l’arduo compito di affermarsi in un campionato dove i portieri sudamericani hanno sempre avuto difficoltà nel primo anno. Le sue credenziali sono ottime: spiccata reattività, giusti tempi di uscita, un fisico possente e una grande dialettica. Ricorda molto J. Cesar anche se si ispira a Neuer. Sicuramente, se riuscirà a confermare le attese, potrà risollevare la tradizione brasiliana che tanto ha fatto bene all’Italia e soprattutto alla Serie A.

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