Buffon, O Ney, Weah, i giovani: riparte il PSG

Il saluto a Pastore e ai campioni del mondo, la coreografia alla “Game of Thrones”, il ritorno al gol di Neymar: c’è un po’ di tutto nella notte del Parco dei Principi attraverso cui il Paris Saint Germain ricomincia la stagione. Il debutto casalingo per Thomas Tuchel, giunto sotto la Torre Eiffel per dare una svolta. Non che fino ad ora sia andato tutto male, ci mancherebbe: con quello di domenica scorsa sono venti i trofei portati a Parigi durante l’era “Qatarina”. Manca però un salto di qualità a livello europeo, che la dirigenza spera di colmare con il tedesco in panchina, puntando anche su un ringiovanimento della rosa.

L’ingaggio di Buffon non deve far pensare il contrario: 26 l’età media dell’undici titolare in campo (migliorabile ulteriormente se consideriamo anche i subentrati), cinque provenienti dal settore giovanile (di cui un classe 95, un 97, un 98 e due 99), tre subentrati altrettanto giovani di cui un 99 (Moussa Diaby, due scampoli anche lo scorso anno a Crotone) e, dulcis in fundo, il duemila Timothy Weah. Uno di quei nomi che da queste parti riecheggiano nell’eternità.

Quasi simbolica l’odierna marcatura, che chiude la partita sul punteggio di 3-0. Erroraccio del portiere del Caen Samba, come in occasione del vantaggio di Neymar (al ritorno al gol dopo l’infortunio di febbraio), e secondo gol stagionale dopo quello in Supercoppa. Con l’aggiunta però che stavolta i minuti nelle gambe son stati soltanto sette. Medie impressionanti, se proporzionate anche all’età, che vogliamo ribadire ancora una volta: diciotto, esattamente come gli anni passati da quando il padre ha giocato per l’ultima volta nel campionato italiano, con Buffon che stava per diventare quello che poi sarebbe stato. Tra l’altro proprio contro Weah Buffon trovò l’esordio in Serie A, nel 1995. Corsi e ricorsi particolari, che solo il calcio può dare.

La concorrenza sarà agguerrita una volta rientrati tutti i nazionali a pieno regime. Ciò che ci si domanda maggiormente è se anche dopo potrà esserci questo spazio che sta portando il giovane Weah alla ribalta. Le partite sono tante e la sensazione è che l’americano (perché nonostante il padre sia liberiano ha deciso di vestire la maglia a stelle e strisce, con cui ha già segnato una rete diventandone di fatto il terzo marcatore più giovane di sempre) possa starci all’interno dell’arsenale offensivo dei parigini. Da qui al 31 agosto ci sarà spazio per sfoltire la rosa, lasciando più spazio ai giovani. Perché se è vero dei petroldollari e delle ingenti cifre attraverso cui gli sceicchi agiscono, è altrettanto vero di come ultimamente la mentalità che vige attorno al PSG si sia letteralmente trasformata, con tanti investimenti oculati e non più fatti per il gusto di essere fatti. Le cifre e le età medie citate ad inizio articolo non sono altro che la perfetta conclusione di un lavoro oculato che ha portato a sviluppare ulteriormente il settore giovanile nell’Ile-de-France. Nonostante i milioni, nonostante il Qatar, nonostante la prepotenza che si potrebbe pensare o avere, almeno una decina di elementi in rosa provengono dal settore giovanile. Bello, no? In attesa di sapere quel che verrà, a Parigi esce fuori una nuova idea. Inattesa, inaspettata. Che, volendo, può dare i suoi frutti anche in quei campi dove i parigini ancora non sono riusciti a dire la loro.

 

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