L’Everton e i problemi con la difesa

Troppi goal subiti e baratro per l’Everton. Nel derby con il Liverpool sono 5 le reti incassate da Pickford, sintomo di una difesa che traballa e non poco. Terza peggior difesa del campionato, bassifondi della Premier e rischio retrocessione: in casa Toffees è crisi.

Un derby del Mereyside che ha visto gli uomini di Marco Silva sprofondare sotto gli attacchi di un Liverpool sempre più proiettato verso la vittoria finale del campionato. 3 delle 5 reti subite nella gara contro i Reds provengono dagli sviluppi di contropiedi mal gestiti dalla difesa dei Blues che da segno ancora una volta di un atteggiamento quasi passivo nei confronti degli attaccanti. Una situazione surreale al solo pensiero che al Goodison Park tutti i tifosi, per questa stagione, si aspettavano qualcosa di completamente opposto alla situazione attuale.

In cerca di punti per scalare la classifica e obbiettivo Europa molto più che lontano. Marco Silva ha diversi problemi da risolvere sia in difesa che in attacco. La tattica della difesa a zona è un sistema che può funzionare in determinati contesti. Solo con una costante attenzione per tutta la fase difensiva, si possono ottenere risultati. Ciò che fa storcere il naso infatti è questo: la retroguardia dell’Everton anche oggi è quasi sembrata impassibile per tutti i goal. Ne è un’esempio lampante il goal di Shaqiri.

Una splendida manovra partita da un lampo geniale di Alexander Arnold, proseguita da Manè e  conclusa nel migliore dei modi dall’attaccante svizzero.

Una linea difensiva che non comunica, che non riesce ad ottenere l’intesa giusta. E’ vero, ci sono vari gruppi etnici: Yerry Mina è colombiano, Sidibè è francese, Keane è inglese ma può essere una situazione di difficoltà iniziale, che non deve diventare l’alibi per prestazioni del genere. In casa delle Toffees dunque non si respira aria di festa ma solo confusione: è necessario assolutamente raddrizzare la situazione il più presto possibile. La rosa dell’Everton non è da retrocessione, ma bisogna far si che in squadra entri una nuova mentalità almeno fino a che si è in tempo, per non lottare fino all’ultimo respiro, per la salvezza.

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