Hertha, gioventù al potere tra presente e futuro

Lo scorso anno l’Hertha Berlino ha vissuto una seconda parte di stagione in calando, dopo aver toccato anche il secondo posto nelle prime giornate del campionato. Alla fine della stagione la squadra di Dárdai non è riuscita a conquistare un posto in Champions League, dovendosi accontentare dell’Europa League, come nell’annata precedente. Ma le due campagne si sono chiuse con cocenti delusioni: un’eliminazione al preliminare e una al girone. Quest’anno invece la squadra non ha mai nemmeno sfiorato le posizioni per l’Europa e ha dato l’impressione di essere giunta a fine ciclo. Così l’allenatore ha imposto una rivoluzione giovane all’interno della squadra. Una scelta accompagnata da rischi maggiori, ma calcolati, e un margine di sicurezza sempre sufficiente sulla zona salvezza.

Il giovane Hertha: i più pronti al grande salto

Il lavoro di Pal Dárdai per ringiovanire la squadra non è iniziato quest’anno, ma già nelle scorse stagioni, utilissime anche per permettere ai giovani di crescere senza pressioni. I risultati più significativi li hanno mostrati due campioni d’Europa under-21 2017 come Mitchell Weiser e Niklas Stark, entrambi arrivati a Berlino nell’estate 2015 rispettivamente dal Bayern e dal Norimberga. Sono diventati pedine fondamentali in breve tempo e ora sembrano chiamati all’ultimo passo in avanti per poter raggiungere una big. In questa stagione sono, dietro a Plattenhardt e Jarstein, i giocatori con più minuti passati in campo, segno di fiducia e continuità di prestazioni. Quella continuità che è mancata ad un talento come Ondrej Duda, che a Berlino non sembra aver trovato la propria dimensione e il proprio feeling, nonostante Dárdai gli abbia offerto diverse possibilità di imporsi.

Il polacco oltre a non aver mai convinto in campo si è visto anche sorpassato nelle gerarchie da un altro fantasista, il classe 1996 Valentino Lazaro. Anche l’austriaco era arrivato tra qualche perplessità, ma le ha fugate tutte a suon di prestazioni e giocate decisive. Tanto che l’Hertha si è già convinto di esercitare il diritto di riscatto fissato a 6.5 milioni di Euro. Partito in sordina, Lazaro ha conquistato il posto da titolare inamovibile alla sedicesima giornata di Bundesliga e non lo ha più lasciato andare, diventando in breve tempo essenziale e principale fonte di gioco e pericoli sulle fasce. Difficile pensare possa rimanere a lungo all’Hertha, visti i miglioramenti messi in mostra: le big lo seguivano già a Salisburgo e, ora che il ragazzo si è confermato anche in Bundesliga, il grande salto sembra per lui vicino, come da attese.

Tra rinascite e futuro

Se Lazaro era una scommessa con buona probabilità di riuscita, diverso era il discorso per Karim Rekik e Davie Selke, altri acquisti estivi reduci entrambi da annate complicate. Il difensore olandese veniva da una stagione passata in panchina a Marsiglia che sapeva di bocciatura, mentre la punta a Lipsia era finita in fondo alle gerarchie di Hasenhuttl. Sulle capacità dei due c’erano pochi dubbi, ma spendere 10 milioni di Euro complessivi per accaparrarseli entrambi poteva sembrare un azzardo. Così non è stato. Rekik si è subito calato nella nuova realtà, ha trovato un ambiente adatto e ha ripreso ad offrire prestazioni di alto livello. Selke ha invece fatto un po’ più di fatica a imporsi vista la concorrenza di Ibisevic, ma ha convinto Dárdai – nonostante la manovra lenta della squadra non lo favorisca in zona gol: solo 9 in stagione in 24 presenze. Numeri migliorabili.

I talenti fatti in casa

L’Hertha non lavora però solo in sede di mercato sui giovani, tiene infatti d’occhio anche le proprie squadre under. Già nella scorsa stagione, in particolare nel girone di ritorno, erano riusciti a trovare spazio Jordan Torunarigha e Maximilian Mittelstädt, prima di scomparire un po’ dai radar in questa annata a causa delle gerarchie. Entrambi sono visti in questo momento come due buone riserve. Torunarigha è un centrale difensivo di ruolo, estremamente fisico ma anche un po’ troppo goffo; Mittelstädt al contrario è piuttosto un giocatore in grado di coprire tutta la fascia sinistra, seppur ancora un po’ troppo impreciso nei movimenti. Entrambi classe 1997 e usciti dal settore giovanile dell’Hertha, sono già nel giro della prima squadra e godono soprattutto della fiducia di Dárdai, nonostante godano di una agguerrita concorrenza: Stark e Rekik sono infatti la coppia centrale preferita dal tecnico, mentre a sinistra è Plattenhardt a comandare.

Già da inizio stagione c’era invece più incertezza in mezzo al campo, dove sembrava sempre mancare un giocatore in grado di unire qualità e quantità. E così per affiancare Skjelbred è stato lanciato il classe 1999 Arne Maier, con risultati eccelsi. Al momento è lui il giocatore da tenere maggiormente d’occhio, sia per l’età che per il potenziale che può ancora sviluppare. Sembra essere perfetto per il calcio tedesco e potrebbe finire presto nel mirino delle big.

Intanto, almeno fino a fine stagione e per l’anno prossimo, vorrebbe goderselo l’Hertha, che è pronto a inaugurare un nuovo ciclo giovane per puntare alla qualificazione in Champions League il prossimo anno. Il talento non manca, servirà però la forza necessaria per non vendere nessuno. Anche se la base è ampia. E anche Dárdai, rispetto a inizio stagione, ha molte più certezze sulle quali costruire la prossima stagione.

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