I tanti provini andati male e la consacrazione: il talento di Matheus Nunes

Un cambio di DNA, da piazzati a vincenti nel giro di un anno. Lo Sporting è una grande a tutti gli effetti e continua a esserlo anche in questa stagione partita con le vittorie delle prime due partite di campionato oltre al titolo nella Supercoppa. In una squadra che ha già tanti giocatori in vetrina sul mercato come Nuno Mendes e Pedro Gonçalves, c’è un giocatore di livello assoluto che si sta mettendo in mostra più di altri ed è il classe 1998 Matheus Nunes.

Centrocampista di enorme qualità che ama portare il pallone e sfidare gli avversari in dribbling, è stato nominato uomo partita nel big match tra Braga e Sporting, vinto dai Campioni di Portogallo per 2-1. Ha la qualità per una carriera da grandissimo giocatore, la sfrontatezza di chi sa prendersi i rischi al momento giusto e il controllo di palla per far sfruttare le idee di un allenatore che ama divertirsi e far divertire attraverso il gioco della propria squadra.

Che sia arrivato a questi livelli Matheus Nunes non è assolutamente scontato, perché per quanto talentuoso, non tutti sono riusciti a osservare il suo talento. Dal Brasile al Portogallo ci si è spostato all’età di 13 anni e da lì ha cominciato la sua scalata verso il livello attuale, un percorso di bocciature e delusioni, oltre che di tanti sacrifici. Ha girato per vari club, l’Oriental e l’Eiceirense su tutti, con grandi annate che gli hanno permesso di fare provini prestigiosi in tutta Europa.

Solo che gli occhi degli osservatori non sono stati sufficientemente attenti: il Leicester lo ha messo in prova nell’anno dello storico titolo, distraendosi con la grande cavalcata di Claudio Ranieri senza guardare con la giusta attenzione chi poteva rappresentare il futuro. Il Lille non ha visto in lui un grande giocatore, mentre il Benfica, che gli ha fatto fare una settimana di prova, gli aveva fatto sapere che per quanto bravo il suo livello non era all’altezza delle esigenze di un club come il loro.

Quindi Matheus Nunes, che per portare a casa qualche soldo ha lavorato a lungo in una pasticceria tra tavoli e bancone, ha trovato la sua rivincita andando a vestire la maglia dei rivali cittadini del Benfica, lo Sporting. La squadra biancoverde di Lisbona gli ha regalato la fiducia di cui aveva bisogno, soprattutto con Ruben Amorim che ha saputo credere in lui nel periodo post-pandemia, al punto che è stato decisivo per la vittoria di un derby proprio col Benfica, decisivo nella corsa al titolo dello scorso anno.

Oggi Nunes è un centrocampista tecnico, perfetto in entrambe le fasi, di regia ma anche di inserimento. Partner ideale dell’altra possibile stella Palhinha, con cui forma la base del centrocampo dei Campioni di Portogallo. Gioca da Dio nel 3-4-3 del suo allenatore e fa piangere gli occhi distratti di chi non l’ha saputo apprezzare. Un giocatore di grande livello, passato dalla pasticceria al grande calcio in poco tempo, con l’obiettivo di aggiungersi presto alla lussuriosa vetrina di grandi talenti dello Sporting.

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