Kompany e la panchina dell’Anderlecht dopo l’addio al calcio

Dopo soltanto due giornate di campionato con quattro punti conquistati sui sei a disposizione, l’Anderlecht ha esonerato Frank Vercauteren dal ruolo di allenatore della prima squadra, affidando il comando a Vincent Kompany. Una mossa da parte della dirigenza Mauves che sottolinea le controverse scelte tecniche che hanno accompagnato la squadra negli ultimi 12 mesi, contraddistinti dal cambio di ruolo di Kompany all’interno della società. Dall’addio al Manchester City, all’arrivo come giocatore/allenatore nella squadra che lo aveva lanciato, per finire all’affiancamento nella scorsa stagione da parte di due tecnici: il gallese Simon Davies ed il belga Frank Vercauteren.

Una serie di scelte arrivate lo scorso autunno dopo le prime giornate di campionato, che avevano restituito una squadra in grado di proporre un ottimo gioco sul versante offensivo, ma ancora troppo fragile nel riuscire ad imporsi. L’Anderlecht di Kompany, costruito attorno al talento della primavera Yari Verschaeren e supportato dai grandi acquisti di Michael Vlap e Samir Nasri, non è riuscita a raccogliere punti “a causa dell’inesperienza, il primo passo per la ricostruzione” secondo lo stesso tecnico. Un progetto che deragliò anche per l’insistenza del tecnico nello schierarsi per gran parte della gare come titolare, dimostrando un attaccamento ancora troppo forte al campo. Questi fattori portarono la dirigenza a compiere una scelta poco consona: limitare Kompany al ruolo di calciatore e capitano, affiancando allo stesso i due tecnici.

L’arrivo del Covid-19, unita ad una situazione di spogliatoio non così limpida per idee strutturali non condivise tra Vercauteren e Kompany, hanno creato le prime discrepanze nello spogliatoio, apparso ai media spaccato anche sulla scelta di ridursi lo stipendio. Proprio in quel frangente Kompany, facendosi portavoce della società, richiamò pubblicamente tutti i suoi compagni all’unione e alla riorganizzazione anche tecnica e sportiva della squadra, una mossa per cui Vercauteren non ha potuto battere ciglio.

Dopo i mesi di stop della Jupiler Pro League, la nuova stagione ha visto ancora Kompany messo fuori gioco dall’ennesimo infortunio. Da qui sembra essere nata la scelta per lo storico capitano del City di abbandonare il calcio giocato e dedicarsi alla vita da allenatore. E lo farà per i prossimi quattro anni di contratto, come da lui stesso affermato durante la conferenza stampa di addio. Dopo l’annuncio, le voci che si sono susseguite sembrano essere state chiare: la condivisione della panchina per Kompany non è una scelta.

L’esonero di Vercauteren era nell’aria, una scelta non propriamente condivisa dall’allenatore che non ha ancora parlato alla stampa dopo la decisione della società. A parlare invece a favore di Kompany è stato il tecnico che lo ha lanciato proprio con la maglia dell’Anderlecht, Hugo Broos: ” Ha un carisma naturale, quando ha esordito con l’Anderlecht a 17 anni parlava già molto nello spogliatoio con compagni più anziani. Era giusto che dicesse basta col calcio giocato dopo gli ultimi infortuni, adesso mi aspetto che prenda in mano la squadra e la faccia giocare in maniera autoritaria”. Proprio sul versante tattico, Kompany ha sempre affermato di voler rivedere un pò del Bayern Monaco nel suo Anderlecht: una squadra molto fisica, in grado di pressare per 90′ minuti. Una squadra in grado di dominare il gioco.

E per Vercauteren? L’esperienza piuttosto positiva in una situazione molto complicata come quella dei Mauves, ha attratto diversi corteggiatori. Il più vicino per adesso sembra essere il Gent, squadra da cui si aspettava una partenza sicuramente migliore, ma che versa a zero punti dopo due giornate di campionato. Non sarebbe strano tra qualche giorno assistere ad un avvicendamento sulla panchina dei Buffalos, magari ritrovandosi il prossimo 6 novembre un Gent-Anderlecht con una sfida carica di un significato ancora maggiore. La resa dei conti tra Kompany e Vercauteren.

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