Le 7 finali tra italiane e spagnole di Coppa dei Campioni/Champions League

Le finali di Coppa dei Campioni o Champions League tra italiane e spagnole non sono certo una novità: questa sera infatti per l’ottava volta i nostri colori si frapporranno a quelli iberici per incoronare la squadra regina del calcio europeo. I precedenti sono nettamente a favore delle spagnole con 5 successi contro i 2 delle italiane, vincitrici solo nel ’64 e nel ’94. Andiamo a rivivere tutte le finali con italiane e spagnole in campo.

Le 7 finali tra italiane e spagnole di Coppa dei Campioni/Champions League

Real Madrid-Fiorentina 1956/57

La prima italiana della storia a giocare una finale di Coppa dei Campioni è la Fiorentina di Fulvio Bernardini che da Campione d’Italia in carica arriva fino all’ultimo appuntamento per consacrarsi campione d’Europa. Purtroppo per la Viola però l’avversario è il Grande Real degli anni ’50 e lo stadio della finale di quella edizione è il Chamartin di Madrid che da due anni ha preso la denominazione ufficiale di Santiago Bernabeu. Grazie ad una svista clamorosa dell’arbitro Horn che assegna un rigore per un fallo di Magnini su Mateos (foto sopra) avvenuto ampiamente fuori area il Real sblocca la partita con Di Stefano e poi nel finale raddoppia con Gento. Si tratta della seconda coppa vinta su due dalle merengues.

Simone Gamberini

Real Madrid-Milan 1957/58

Bruxelles, stadio Heysel, 28 maggio 1958. Se il Real era arrivato in scioltezza affogando le rivale con miriadi di gol, il Milan aveva leggermente fatto più fatica. Se da un lato Di Stéfano arrivava alla finale con 38 reti segnate in 37 presenze, dall’altro c’era Schiaffino con le sue dieci marcature stagionali. Se Carniglia aveva cucito indosso ai blancos un 3-3-1-3 a forcone, i rossoneri di Viani partivano arroccati con un modulo ben compatto (e infatti nel primo tempo la trincea eretta dinanzi a Soldan aveva retto). Nel secondo, l’illusione si era palesata sotto forma di un bolide di Schiaffino pareggiato poi al 74′ da Di Stéfano. La partita si era ormai accesa: al 78′ Grillo portò in vantaggio il Milan ma 1′ dopo Héctor Rial ristabilì nuovamente il pari. E’ la prima volta nella storia in cui furono necessari i tempi supplementari per assegnare il trofeo: a spuntarla fu il Real, perché all’appello delle reti mancava Francisco Gento. E anche se non stilisticamente perfetto (una fortunata carambola) il suo gol fu pesantissimo perché decise la sfida. Al triplice fischio, furono triplici anche le Coppe consecutive finite a Madrid.
Matteo Albanese
Inter-Real Madrid 1963/64

L’anno successivo al primo storico successo italiano in Coppa Campioni Milano è ancora la città regina del calcio europeo. Nel ’63 il Milan vinse contro il Benfica, un anno dopo fu la volta dell’Inter contro il Real in quel del Prater di Vienna. Si tratta della prima volta su tre tentativi che un’italiana riesce a battere il Real Madrid in una delle finali europee e del primo storico successo europeo interista. Decisiva e memorabile la doppietta di Sandro Mazzola che assieme ad Aurelio Milani contribuì nel 3-1 finali inflitto alle merengues. L’Inter vincerà il trofeo anche l’anno dopo sconfiggendo un altro colosso del calcio europeo dell’epoca: il Benfica.

Simone Gamberini

Barcellona-Sampdoria 1991/92

Essenzialmente, il Barça deve ringraziare Johan Cruijff per il trionfo del 1992. I blaugrana riucirono a rompere la maledizione delle finali (due perse, 1961 e 1986) e a portarsi a casa la 37° e ultima edizione della Coppa dei Campioni nel vecchio format proprio grazie alle alchimie della maquina cruijffiana. Il 20 maggio, a Wembley, ecco la Samp di Mantovani e Boskov: Vialli e Mancini contro Salinas e Stoichov, Laudrup e Guardiola contro Lombardo e Cerezo. Il 3-4-3 blaugrana si fondava su una fluidità impressionante, l’adatttato Koeman impostava da dietro e Laudrup era il falso nueve (da ricordare la chiave tattica, Bakero mezzapunta). Alla fine avranno ragione gli spagnoli, col celebre motto «Salid y disfrutad», davanti a 71mila anime. Solo ai supplementari però, non prima: la Samp di affidava ai lanci lunghi, il Barça si infrangeva puntualmente su un grande Pagliuca. Ed è in questo contesto che, a 9′ dal termine del supplementare, Ronald Koeman tirò fuori dal cilindro quel magistrale calcio di punizione immortalato dalla storia.

Matteo Albanese

Milan-Barcellona 1993/94

Siamo ad Atene, Stadio Olimpico, finale di Uefa Champions League 1993-94. Si sfidano le due squadre migliori del torneo. Da una parte il Milan di Fabio Capello, con Maldini, Tassotti, Desailly, Boban e Savicevic; dall’altra il Barça di Johann Cruijff, una squadra stellare con Pep Guardiola, Koeman, Romario, Stoickov ed Eusebio. Il Milan “difensivista” è orfano della coppia Baresi-Costacurta, mentre il “dream team” di Cruijff è al completo ed è ovviamente il favorito. I blaugrana però si consegnano al Milan, regalando ai rossoneri la terza Champions dell’era Berlusconi, e non riuscendo a bissare il trionfo di due anni prima contro la Sampdoria. Ad annientare il Barça in quella che si rivelerà la sconfitta con maggior scarto di reti in una finale di Champions League ci pensano Massaro, con una doppietta nel primo tempo, Desailly e lo storico gol di Dejan Savicevic, numero 10 e genio milanista.
Francesco Castorani
Real Madrid-Juventus 1997/98

La Juventus reduce da due finali consecutive di Champions League (una vinta e una persa) e fresca campione d’Italia, arriva probabilmente come non mai con i favori del pronostico, a cospetto di un Real Madrid deludente nell’arco della stagione chiusa col quarto posto in campionato. Si sfidano due attacchi di tutto rispetto con Del Piero, Inzaghi e Zidane da una parte, contro Raul, Morientes e Mijatovic dall’altra. Ed è proprio l’attaccante della nazionale serba al 67′ a decidere le sorti di una partita assai equilibrata e povera di emozioni, trafiggendo Peruzzi e regalando così la coppa dalla grandi orecchie ai Blancos.
Mauro Levati
Juventus-Barcellona 2014/15

È la finale di Berlino ma non è il 2006 e non gioca l’Italia. Siamo in Champions League e la partita, Juventus-Barcellona, vale il trofeo. Allegri contro Luis Enrique, Messi contro Tevez lo spettacolo è assicurato. Parte forte il Barcellona che trova subito il vantaggio e sfiora, a più riprese, il raddoppio (strepitoso Buffon su Dani Alves). I bianconeri dopo essere rimasti a galla trovano il pareggio e provano a vincere la gara ma il Barcellona era superiore e grazie ad un attacco stellare chiude la pratica sul tre a uno. Con quella sconfitta la Juventus perse la possibilità di fare il triplete e fu costretta ad una mini rivoluzione a causa delle cessioni di Vidal Tevez e Pirlo. Oggi i bianconeri cercano, di nuovo, di portare a casa la coppa e si troveranno di fronte un’altra spagnola. Juventus-Real Madrid, l’eterna sfida Italia-Spagna è pronta a vivere un nuovo capitolo.
Saverio Fattori

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