Malmoe da brivido, Sirius e ancora Djurgardens!

Nemmeno il tempo di riposare che in Svezia si torna a giocare. L’Allsvenskan non si ferma, anzi raddoppia: rieccoci dunque con la riconferma delle sensazioni positive a proposito del Norrköping, chiamato però ad un impegno tutt’altro che difficile. Al Tunavallen, l’AFC United aka Eskilstuna ha dovuto cedere. Troppo forte il divario tecnico tra le due, Eliasson e Karl Holmberg (ho gufato io, nello scorso recap gli avevo rimproverato le polveri bagnate) hanno affondato i padroni di casa davanti a poco più di 3500 spettatori. Fa però tenerezza questo Eskilstuna, così piccolo, così inadeguato, così poco predisposto a salvarsi, eppure così tenace: la rete di Omar Eddahri, su cross di Buya Turay, è però arrivata troppo tardi.

Altro ko per l’Örebro, questa volta alla Friends Arena. Il terzo capitombolo consecutivo mette in luce il vorticoso buio creatosi intorno a Besara e compagni: Sköld non è Igboananike, l’ex Veria non è stato convocato e allora lo Sportklubb deraglia in casa dell’AIK Solna. E’ bastata una punizione diretta da Stefan Ishizaki, proprio dietro alle spalle di Jansson, a confezionare tre punti importanti per Rikard Norling e il suo sogno titolo. Perchè è inutile girarci intorno, i bianconeri hanno le potenzialità per acchiappare il Malmoe se quest’ultimo dovesse rallentare un minimo la sua corsa. Il problema, o meglio l’alchimia indesiderata, è come far rendere al meglio un 3-1-4-2 sempre più scomposto: accanto a Markkanen non c’era una punta ma l’adattato Thern, e questo ad alti livelli lo si potrebbe pagare. Ma se tutto funziona sempre così, Norling non ha di che preoccuparsi.

E’ con tristezza che vi annuncio una nuova sconfitta per il Kalmar. I biancorossi, questa volta, hanno perso davanti a più di 4700 spettatori nella Guldfågeln Arena, mostrando un gioco semplice e solo a tratti funzionante. E’ un peccato: a smuovere il pari per l’Häcken ci ha pensato il subentrato Irandust (alla seconda rete consecutiva, ci starà prendendo gusto?) con la collaborazione dell’altro subentrato Binaku. Mikael Stahre, questa partita, l’ha vinta coi cambi. Peter Swärdh, invece, l’ha persa al solito modo che vi racconto da settimane: la salvezza sarà assai difficoltosa se non si riuscirà a metter qualche pezza all’emorragia di gol. I tre fratelli Elm forniscono una grandissima spina dorsale, i due fratelli Hallberg la rimpolpano a centrocampo (ma Melker è stato espulso all’89’), tutto il resto però va adeguatamente costruito. E c’è ancora tempo per apportare qualche miglioria alla macchina: basta lasciar lavorare il meccanico e, all’occorrenza, intervenire con qualche pezzo di ricambio.

Alla Norrporten Arena, si è giocato GIF Sundsvall-Jönköpings. Ve lo garantisco, si è giocato., l’ho visto coi miei occhi. Sebbene sia terminato 0-0, sebbene le emozioni in campo non siano state così tante numericamente, si è giocato. Joel Cedergren ha confermato il 3-4-3, Jimmy Thelin il 4-2-3-1: tutto molto bello ma alla fine di concreto devo parlarvi di ben poco. Al 62′ è entrato pure Linus Hallenius, del quale chiedo sempre (e mai ottengo) più spazio . Nelle fila del J-Södra era in campo Jimmy Thelin, sempre con la fascia di capitano al braccio e il 9 dietro le spalle, quindi tutto a posto. E vi garantisco pure che 4613 persone erano sugli spalti: chiedete a loro della partita, magari vi risponderanno che sarebbe stato meglio andare al cinema.

Torna alla vittoria l’Hammarby, e decide di farlo all’Örjans Vall di Halmstad. La seconda neopromossa è stata matata così come due turni fa l’Eskilstuna: i biancoverdi, quando vogliono, premessa essenziale, riescono davvero a trovare un gran calcio che meriterebbe esponenti migliori. Senza nulla togliere a Jakob Michelsen in panchina, a Kristinsson tra i pali, a Saevarsson in difesa, a Paulsen o Smárason a centrocampo, a Rômulo Cabral davanti. E tantomeno a Jiloan Hamad, autore di due gol fotocopia di destro su assist di Björn Paulsen. Qualcosa invece lo toglierei dai voti all’Halmstads: il cuore non basta, per salvarsi è necessario pedalare. Dopo cinque partite, almeno, è tornato un gol: non Haksabanovic, non Tveter, ma il giapponese Kinoshita al minuto 86′. Da qui bisogna ripartire.

Il match di giornata è andato in scena allo Swedbank Stadion, protagonisti il Malmoe padrone di casa e l’Östersunds. E’ stata una partita bellissima, intensa come poche, combattute come pochissime. Un grandissimo spot per il calcio svedese, tanto bistrattato e così povero di talento: guardate, questo è il bello dell’Allsvenskan. 4-4-2 per gli Himmelsblått, Transfermarkt mi dice che davanti giochino Rosenberg e Berget con Cibicki a destra ma scommetterei sul polacco accanto al capitano e il norvegese esterno. Uguale modulo per gli avversari, tra le squadre più in forma di questo momento: l’inglese Graham Potter schiera un 4-4-2 inglese, con l’inglese in panchina (Jamie Hopcutt) ma l’altro inglese in campo (l’esterno Curtis Edwards). Sarà una partita nervosissima, e paradossalmente nel primo tempo succede poco. Accade tutto dal 42′: il terzino biancazzurro Safari si fa espellere per comportamento violenti, sul taccuino del direttore di gara finiscono anche il compagno Yotún e gli avversari Aiesh e Mukiibi. A passare in vantaggio è il Malmö: minuto 52, gran punizione calciata da Marcus Rosenberg a trovare il terzo gol stagionale. Nel mentre, dopo che era stato ammonito Nielsen, Jamie Hopcutt era subentrato ad Aiesh. Il ritmo di abbassa, il nervosismo si alza come non mai, esce l’altro ammonito Mukiibi e paradossalmente fioccano i cartellini gialli. All’80’, l’Östersunds che fino ad ora non aveva fatto valere la superiorità numerica arriva al pari: assist di Saman Ghoddos (4° in questa Allsvenskan), realizzazione di Ken Sema. Preparatevi ad un finale col botto: Rosenberg ammonito, Brorsson espulso per un fallo a dir poco violento che aveva suscitato la reazione di Jamie Hopcutt. Questa volta il numero 8 non ha inciso con gol ma con un cartellino rosso ai danni della sua squadra. Nove contro dieci, c’è ancora tempo per i brividi: viene ammonito Tinnerholm (91′), poi lo stesso fa Ghoddos. Prima, però, succede l’impensabile: quando il cronometro conta 95 giri di lancette, un pallone di Anders Christiansen arma il sinistro di Erdal Rakip. Il portiere ospite Keita non può nulla, la Swedbank Stadion viene giù dalla gioia. Finisce così, con un 2-1 epico, uno dei match più avvincenti dall’inizio di campionato. Non senza polemiche, aggiungo.

Il collettivo Sirius ha dato l’ennesima prova del suo talento: la sorpresa di questa Allsvenskan continua a macinare punti, questa volta a farne le spese è stato l’Elfsborg. Riassumere le reti e gli assist, non è un semplice mero esercizio stilistico: è riconoscere l’eccezionalità di un gruppo che lavora a meraviglia e si intende alla perfezione. Tra parentesi trovate anche la ricorrenza in stagione. Gustafsson (3°) con l’aiuto di Ogbu (3°), Pehrsson (1°) grazie a Nilsson (1°), Ogbu (3°) con la partecipazione di Sarfo (2°), ancora Ogbu (4°) ancora Sarfo (3°). Stupisce come una neopromossa sia in grado di elaborare un così gran calcio: Kim Bergstrand ha tra le mani un gruppo voglioso di successo, il titolo non è così lontano e sei punti si possono recuperare. L’Elfsborg tornerà a Boras dalla Sudenternas con un poker da digerire ma anche con il quarto sigillo stagionale di Per Frick, che aveva illuso i gialloneri ospiti.

Ultima ma non per importanza, Djurgardens-IFK. Jesper Karlstrom è entrato al 64′ al posto di Othman El Kabir, e ha impiegato soli 15 minuti per trovare il gol che ha deciso la partita. Alla Tele2 Arena, altra prova scialba del Göteborg: tenendo in panchina Hysén, Lennartson si è affidato al duo Omarsson-Boman, con ben pochi risultati. Non è stata una giornata per attaccanti, sicché tra i padroni di casa non ha brillato Gustav Engvall, ma ci può stare un turno di relax ogni tanto. Quello che per l’IFK dura invece da troppo tempo.

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