Paraguay: gli ultimi a morire

Con un punto in due partite il Paraguay vede da vicino lo spettro dell’eliminazione. Ma mentre il pari contro la Costa Rica non aveva mosso alcuna emozione, la sconfitta notturna contro la Colombia ha paradossalmente evidenziato meglio le grandi risorse a disposizione di Ramon Diaz.

Un Paraguay determinato e sfortunato, dal cuore ingenuo prima e dal grande carattere poi. Nella rosa dell’Albirroja c’è la consueta grinta e voglia di fare accompagnata in questa generazione anche dal talento, dalla velocità e dall’imprevedibilità di un reparto offensivo davvero molto interessante.

In Paraguay non sono abituati a mollare nonostante adesso ci sia una vera e propria impresa da compiere. Ci sono gli USA da battere in casa loro, c’è un ostacolo davvero grande da superare anche considerando il risultato netto rifilato alla Costa Rica dagli States subito prima dell’incontro di Pasadena.

Il Paraguay però ha dimostrato di essere vivo con un secondo tempo di spessore dove il blocco Lanus (Gomez, Ayala, Almiron),  ha preso in mano la situazione dando una scossa non solo emotiva ma anche tecnica perché in campo si è vista davvero una bella squadra.

Una squadra che sviluppa il suo calcio in verticale e che nel momento del bisogno sa attaccare con più uomini in modo da coprire più zone del campo; la palla che viaggia veloce come piace al pubblico, le occasioni che fioccano e quella ambiziosa voglia di farcela stavolta non sono bastati ma sicuramente saranno la chiave per l’ultima gara.

Nel DNA sudamericano non è previsto arrendersi, in quello paraguayano è lecito aspirare all’impossibile. Adesso bisogna riordinare le idee, capire come questa squadra possa giocare senza lo squalificato e come possa fare uno sgambetto che sarebbe storico agli Stati Uniti.

L’ambiente saprà caricarsi, si arriverà ad una sfida da vivere o morire in cui l’animo guaranì è sicuramente più adatto rispetto a quello americano; una partita delicatissima di tecnica e nervi che si gioca sin da oggi.

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