Nicolas Pépé, gli africani dominano il mercato della Premier


La terra più fertile per i giocatori africani è pronta ad accogliere un’altra stella: il trasferimento di Nicolas Pépé all’Arsenal è ormai ufficiale, ma non tutti sanno che l’ivoriano è già riuscito a superare il primo record di questa nuova esperienza in Premier League. Già, perché con gli 80 milioni di euro sborsati dai Gunners, Pépé è diventato il giocatore africano più costoso di tutto il calcio inglese.

Una presentazione in grande stile che fa aumentare ancora di più le aspettative sul classe ’95, arrivato alla sua prima esperienza in una big europea dopo aver stupito tutti per due anni con la maglia del Lilla. E pensare che la concorrenza da superare per battere questo record era di altissimo livello: prima dell’arrivo di Pépé infatti l’ultimo africano più pagato della Premier era stato Riyad Mahrez, una delle stelle dello storico titolo del Leicester passato al Manchester City per più di 65 milioni di euro.

Prima ancora poi era stata la volta di Pierre-Emerick Aubameyang, nuovo compagno di squadra di Pépé con il quale dovrà condividere l’attacco, che fu prelevato dal Borussia Dortmund nel gennaio 2018 per circa 64 milioni di euro, cifra che gli ha consentito di essere l’acquisto più costoso della storia dell’Arsenal, almeno fino a oggi.

A chiudere la speciale classifica degli acquisti africani più costosi della Premier League poi ci pensano due stelle del Liverpool, Naby Keïta e Mohamed Salah. L’egiziano è stato preso dalla Roma per 42 milioni di euro e, anche se soltanto per un breve periodo di tempo, è stato il giocatore più oneroso della storia dei Reds, battendo Andy Carroll arrivato dal Newcastle per 35 milioni di euro nel 2011. A scippargli il record nella stagione successiva ci ha pensato proprio il centrocampista guineano, approdato al Premier League per 51 milioni di euro.

Se i suoi colleghi africani sono riusciti a trovare nel calcio inglese l’ambiente ideale in cui esprimersi, adesso tocca a Pépé ripercorrere le orme dei suoi illustri predecessori e dimostrare che, ancora una volta, il connubio tra Africa e Inghilterra può rivelarsi vincente.

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