Philippe Clement: “Era ora di tornare a casa, a Bruges”

Siamo arrivati ai saluti di Clement. L’allenatore, dopo settimane, ha deciso di ritornare dove aveva vinto tutto da calciatore. Clement è riuscito a far innamorare due piazze tra le più calde del Belgio, rispettivamente prima quella di Bruges da calciatore, poi quella di Genk, estasiata dal quarto titolo. Il tecnico nato ad Anversa lascia la panchina del Genk, non solo dopo aver vinto, ma dopo esser stato il faro del rinnovamento del calcio belga, un rinnovamento con idee pratiche.

Clement lascia il Genk dopo 82 partite, in cui la sua visione di gioco ben definita, è riuscita a cambiare anche il modo di osservare il calcio belga. La fisicità a cui ci ha abituato, grazie all’intuizione della mediana Malinowsky-Berge, ha portato il Genk ad imporsi soprattutto grazie all’organizzazione difensiva. Clement è riuscito ad inserirsi all’interno del modello Genk, riuscendo a destreggiarsi anche in situazioni delicate, come quella dell’abbandono di Alexander Pozuelo a metà stagione.

Il Genk certifica come sia possibile ottenere risultati significativi anche con un modello che passa attraverso tutta una serie di concetti tipicamente considerati come ostile al successo: sviluppo e investimenti giovanili, formazione calcistica, ma soprattutto fiducia e coraggio, tanta fiducia e tanto coraggio, sia verso l’operato del proprio (meraviglioso) apparato di scouting, sia nei confronti dei ragazzi, così giovani e così diversi, che si ritrovano indossare la stessa maglia.

Clement lascia il Genk con una lettera pubblicata sul sito web del Club Brugge, in cui viene annunciata la conferenza stampa di presentazione domani al nuovo centro d’allenamenti di Westkapelle. Non è la prima volta che il Genk perde il proprio allenatore vincente, intento a trasferirsi in uno dei due top club in Belgio: Club Brugge o Anderlecht. Infatti nel 1999, l’allenatore dei biancoblù Aimé Anthuenis, dopo aver vinto il titolo con il Genk, si trasferì all’Anderlecht. Proprio Anthuenis ha commentato la scelta del tecnico: “pochissimi coach hanno avuto il lusso di poter scegliere il proprio futuro, e Clement ha avuto il coraggio di farlo”. Ciò che differenzia i due è la conoscenza della società e del luogo: “io ancora non conoscevo Bruxelles e l’Anderlecht, mentre Clement è probabilmente quello che conosce di più la società insieme al presidente”.

 

Clement ritorna a casa, dove era stato capitano da calciatore. Per lui parlano le presenze, ma soprattutto i titoli. Con 352 presenze e 5 titoli, di cui 2 campionati nazionali e 3 coppe del Belgio, è una delle bandiere del club, aiutato anche dalle prime esperienze come allenatore in seconda a Bruges.

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