Reguilón, dal dualismo con Marcelo all’occasione al Siviglia

Il 2019 è stato un anno speciale per Sergio Reguilón, passato da essere una buona promessa del Castilla al titolare del Real Madrid. Occasioni su occasioni, ben sfruttate nonostante un anno travagliato per la Casa Blanca. Ha convinto sin da subito, soprattutto in quella partita di Copa del Rey contro il Melilla all’esordio di Solari in panchina in cui ha lanciato il segnale per provare a essere uno dei punti fermi della squadra.

E così è stato: l’argentino lo ha ripetutamente schierato facendolo salire di grado fino a togliere definitivamente il posto a Marcelo, una delle istituzioni del club, anche nelle partite più importanti. Eppure adesso a reclamarlo non è Solari ma il suo predecessore al Real, Julen Lopetegui. La sua avventura a Madrid finì per colpa di una Manita in un Clásico al Camp Nou, proprio il giorno in cui Marcelo si infortunò per spalancare le porte all’ascesa di Sergio Reguilón.

Inutilizzato ma considerato dal suo ex allenatore che durante i suoi mesi in blanco poteva contare sul brasiliano ancora in forma e sostanzialmente vero leader assieme a Ramos della squadra dopo l’addio di Ronaldo. Poi il forfait, per motivi diversi, di entrambi e il conseguente doppio rimpiazzo.

Ma Lopetegui in quel ragazzo aveva visto del talento e per questo ha scelto di portarlo con sé al Siviglia: un terzino di gamba, dotato di un ottimo cross e di una discreta fase difensiva. Giovane per una piazza come Siviglia, pronto a esplodere nell’anno dell’Europeo, seppur con una discreta concorrenza davanti anche solo per la convocazione. La sua occasione è il Pizjuán, dove giocherà solo in prestito, peraltro senza diritto di riscatto: perché il Real lo vuol fare giocare e crede ancora in lui, nonostante l’acquisto di Mendy e il rilancio obbligatorio di Marcelo. Ma chissà che dopo il ricongiungimento con Lopetegui non sia davvero lui il terzino sinistro da tenere.

Impostazioni privacy