Vitolo, il rigenerato dell’Atlético capolista

Tre giornate di Liga e in vetta c’è solo l’Atlético Madrid: dopo un’estate di rivoluzione, tra le tante partenze e i tantissimi arrivi, la squadra del Cholo si ritrova trascinata dall’entusiasmo e dalle nuove forze. Facile immaginare un impatto così devastante di un talento purissimo come João Félix, più complicato invece prevedere che sarebbe stato Vitolo il grande jolly di questa squadra.

Il talento canario era arrivato dal Siviglia due stagioni fa all’Atleti ma era dovuto passare per un prestito di sei mesi al Las Palmas, squadra della sua città, per via del blocco al mercato colchonero sanzionato dalla Uefa. Al Pizjuán era uno dei calciatori di maggiore talento, grande variabile offensiva sia di fisico che di tecnica, con un’interessante propensione al gol: tutte caratteristiche che non si sono viste nel suo primo anno e mezzo con la maglia dell’Atlético, oscurato da un sistema di gioco in cui si sentiva tagliato fuori.

Ecco perché nel nuovo Atlético Madrid di Simeone Vitolo ha ritrovato una sua dimensione. La squadra è cambiata sia negli uomini che nello schieramento, dandogli l’opportunità di fare la differenza soprattutto a partita in corso in un ruolo più distante dalla porta che gli permette di arrivare in area inserendosi da dietro. Situazioni di gioco ideali per un calciatore che aggredisce gli spazi come lui e che con i nuovi compagni sembra aver ritrovato la fiducia dei tempi di Siviglia: subentra, si inserisce, segna.

Nella splendida rimonta all’Eibar da 0-2 a 3-2 c’è anche la sua firma, con il gol moralmente più importante, quello del pareggio che ha ribaltato l’aspetto mentale di una partita ad alto battito cardiaco. Vitolo è il rigenerato di Simeone, da possibile partente a grande risorsa di una squadra basata sullo sfruttamento di ogni talento a disposizione. Un anno fa racimolava presenze col contagocce, oggi è uno dei trascinatori dell’unica squadra capace di vincere tutte le partite del pre-sosta di Liga.

Nel miglior momento della sua carriera è stato anche tra i titolari della nazionale spagnola, una realtà molto distante se si torna indietro nel tempo di solo qualche settimana. Ma totalmente possibile grazie al suo rendimento nelle prime giornate.

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