Zárate: i gol col Boca e la guerra col Vélez

La Copa de la Superliga e le sue storie: quando l’accoppiamento della semifinale della prima edizione del nuovo torneo argentino ha messo di fronte Vélez e Boca Juniors in una doppia sfida, era impossibile che al centro dell’attenzione non ci finisse Mauro Zárate.

Non che lui non abbia fatto nulla per finirci, anzi. Il feedback era quello conosciuto: l’ex Lazio e Fiorentina aveva giurato che non avrebbe vestito altra maglia in Argentina all’infuori di quella del Vélez e invece finì per accettare la grande offerta del Boca Juniors, con cui ha avuto una crescita costante esaltata soprattutto in questo 2019.

Il tradimento non è mai stato perdonato dai tifosi del Fortín, compreso persino suo fratello, ma ciò che è accaduto in questa doppia sfida ha alimentato ancor di più le distanza tra Zárate e la sua squadra del cuore. Nella partita del José Amalfitani è stato accolto da una quantità abissale di fischi, mentre alla Bombonera prima ha esultato in maniera esagerata il suo rigore, poi è stato sorpreso durante i tiri dal dischetto dei suoi ex compagni a fare il gesto delle corna scaramantiche.

Critiche e polemiche che sono continuate anche nei giorni successivi in cui il fantasista del Boca Juniors si è anche sfogato usando i propri mezzi di comunicazione. Prima in una dichiarazione a caldo ha detto che “Ha passato il turno la squadra forte” visto il successo del Boca, poi in un audio whatsapp ha fatto conoscere tutta la sua rabbia: “Quello che mi hanno fatto all’Amalfitani non lo dimentico, dopo aver giocato sempre gratis, dopo essere tornato per lottare per la retrocessione quando nessun altro ex voleva tornare, dopo aver chiamato io le persone per convincerle a venire di nuovo, dopo aver portato 28 milioni di dollari al club con le mie cessioni“.

Una protesta di ingratitudine all’interno di un focolare ormai divampato: Vélez e Zárate più separati, storia di un amore spezzato da uno dei trasferimenti più polemici degli ultimi anni di calcio argentino. Ora Zárate fa la differenza assieme a Tévez, vince e sogna la prima edizione storica della Copa de la Superliga, ma la cicatrice con la sua squadra del cuore non riuscirà più a risanarla.

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