Tre allenatori senza panchina: Sarri, Pioli e Allegri. Resta da capire chi manca a questo campionato a tal punto da essere il primo a tornare. Scudettati e disoccupati: stranezze di un calcio che si nutre solo di risultati e mastica protagonisti con voracità.
Allegri, in attesa della nazionale o del Milan
Massimiliano Allegri è quello che mediaticamente fa sentire più degli altri la propria assenza, complici le “liti” e le dichiarazioni spesso divisive. A occhio e croce, è stato vittima di un effetto domino. Se Mancini non si fosse improvvisamente dimesso, con ogni probabilità avrebbe allenato la nazionale. Al suo posto c’è Luciano Spalletti, rimessosi ampiamente in carreggiata dopo le due vittorie consecutive in Nations League. L’attuale commissario tecnico resta però in bilico non tanto per i risultati quanto per chi lo ha scelto. Molto, se non tutto, dipenderà dalle prossime elezioni FIGC che potrebbero decretare la fine dell’era Gravina. Qualora accadesse, sarà interessante capire se il nuovo che avanza vorrà tagliare con il passato e quindi con la scelta di Luciano Spalletti. Per mettersi al “sicuro” servono due vittorie con Israele e Belgio. L’alternativa è un ritorno al Milan, qualora il progetto Fonseca dovesse naufragare prima della sosta di ottobre ma è difficile immaginarlo al fianco di Ibrahimovic. Sarebbe una scelta in controtendenza alla svolta “giochista” di inizio stagione.
Sarri, treno in corsa fra appennini e pianura padana
Pensando ai giochisti, viene in mente Sarri, attualmente ai box dopo aver chiuso la sua parentesi alla Lazio. Il tecnico toscano è in testa alle classifiche di gradimento dei bookies, che lo indicano come primo subentrante. Resta da capire su quale treno potrebbe salire in corsa. La sensazione è che occorra osservare la tratta di Alta Velocità fra Appennini e la pianura padana. A Firenze, Palladino non è partito con il piede giusto, complice anche una Viola rivoltata come un calzino. I risultati però non aiutano l’ex tecnico del Monza. Sarri, giochista come lui ma più esperto e abilissimo a valorizzare ciò che ha a disposizione sarebbe la scelta perfetta. All’ex tecnico della Lazio però guarda con interesse anche il Milan. Se saltasse Fonseca, sarebbe, dal punto di vista della filosofia intrapresa dai rossoneri, che vogliono una squadra giovane, bella e possibilmente anche vincente, la soluzione più logica. Il matrimonio è saltato qualche anno fa. Chi sa se sarà la volta buona.
Pioli, ancora sotto contratto
Pioli è, complice anche un profilo comunicativo radicalmente diverso da Allegri e Sarri, il meno considerato dei tre, anche se è stato l’unico a vincere lo scudetto contro ogni pronostico. Le incertezze del Milan lo hanno trascinato in una situazione complicata ed è rimasto incartato anche nella trattativa con l’Al – Itthad. L’Arabia Saudita resta però una pista molto calda per l’ex allenatore rossonero che l’Al Nassr vuole chiudere con Castro. Pioli potrebbe essere un’idea a meno che il tecnico non abbia voglia di accettare una nuova sfida in Italia. Non c’è solo il Milan da monitorare: la sensazione è che un “calmierante” come Pioli possa fare comodo a chi avrà bisogno di “normalizzare” situazione incandescenti ma l’ex Milan non sembra avere troppa fretta di rientrare nel giro. C’è ancora un contratto in essere (e neanche da poco, 8 milioni lordo di costi) che lo lega sino a giugno 2025, ma resta da capire se Pioli abbia voglia di restare fermo così a lungo ad aspettare. O di tornare clamorosamente a Milano.