Arrivederci Roma: l’Italia saluta la Capitale in trionfo

Arrivederci Roma. L’unico brutto aspetto della fase a gironi è il senso di amarezza per non poter giocare più nel nostro stadio: forti, belli, a tratti invincibili, padroni di casa in tutto e per tutto. La Capitale saluta la sua nazionale con l’ennesima standing ovation di una prima parte di Europeo in cui l’Italia è stata la vera protagonista del torneo.

Dopo Turchia e Svizzera anche il Galles perde contro l’Italia, che riesce per una volta a chiudere a punteggio pieno, fatto che non era avvenuto neanche nel leggendario cammino del 2006. Nove punti su nove, 7 gol in 3 partite, nessun gol subito in tutta la fase a gironi, ma c’è molto di più rispetto a questi numeri. L’Italia gioca, diverte, unisce. Tutti la guardano, la tifano e la amano. Il senso del gruppo visto a Roma è stato qualcosa difficile da trovare in altre nazionali, racchiuso nell’immagine dell’abbraccio collettivo a Pessina, al suo gol al debutto, o negli ingressi di chi come Raspadori, Castrovilli e Sirigu doveva completare il blocco dei giocatori impiegati da Mancini in questo Europeo.

Roma ha visto l’immagine più bella dell’Italia, ed è davvero un peccato che la formula itinerante ci porti via da un terreno dove ci siamo anche illusi di non essere battibili. Ma meglio così: per rigiocare all’Olimpico saremmo dovuti rientrare in uno strano incastro di terze in classifica che per fortuna non ci compete. Abbiamo scelto il nostro destino da vincitori, fatto il massimo e accettato ciò che la sorte ci darà senza cervellotici calcoli per trovare avversarie più morbide.

Adesso ci aspetta Londra, una città dove ora sogniamo di giocare più volte: sarà il teatro dell’ottavo contro una tra Ucraina e Austria, ma anche quello di semifinali e finale. Lì vogliamo andare e tornare possibilmente ancora trascinati da questo entusiasmo disarmante, infuocato dall’amore che Roma ha saputo dare a questi ragazzi. L’Italia è stata Italia per davvero, intraprendente e forte come in tutto il triennio di gestione Mancini. C’è chi rimprovera di non aver trovato grosse avversarie, ma esempi come i passi falsi di Inghilterra e Francia con Scozia e Ungheria fanno capire che qualcosa di straordinario è stato effettivamente fatto.

Vedremo adesso per cosa sarà valso, se per un cammino illusorio o se effettivamente per un percorso da protagonisti che questi ragazzi meritano dopo aver dominato il girone. Un saluto all’Olimpico, alle cartolina di una città che toglie il fiato e che adesso sogna che la cartolina più bella arrivi da Londra.

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