Arsenal, la regina delle imperfette

Nel disordine totale di questa stagione di Premier League c’è chi, finalmente, riesce a trovarsi a suo agio: è l’Arsenal di Arsene Wenger, vecchia volpe che è riuscita ad approfittare delle carenze avute durante la prima parte di campionato dalle varie grandi (Chelsea, United, City e Liverpool) e restare in scia, fino all’ultima giornata, al Leicester City di Claudio Ranieri. Le Foxes impattano 0-0 contro il Bournemouth e, contemporaneamente, i Gunners superano 1-0 il Newcastle all’Emirates Stadium, significa una sola cosa: sorpasso.

Certo, da lassù è facile soffrire di vertigini ma i londinesi possono farcela: nei momenti di difficoltà c’è sempre stata l’esplosione di uno dei tre giocatori simbolo della banda di Wenger: in prima istanza è toccato ad Alexis Sanchez il ruolo di trascinatore salvo poi farsi male ed essere costretto a lasciare la nave senza il capitano (il ritorno dell’ex-Barcellona è uno dei fattori per i quali l’Arsenal può arrivare primo a fine stagione); in assenza del cileno è subentrato Olivier Giroud che, oltre alla tripletta valsa l’accesso agli ottavi di finale di Champions League, ha segnato gol a ripetizione e pesanti concludendo il tutto con due assist decisivi nelle ultime sfide; il francese distruggeva le porte avversarie, vero, ma il genio e l’estro di Mesut Ozil hanno aiutato e non poco l’Arsenal a ritrovare la luce quando neanche più l’ex-Montpellier riusciva a trascinare la squadra da solo, dal primo novembre ad oggi il tedesco ha messo a referto 2 gol e 7 servizi vincenti per i compagni.

La strada, però, è ancora lunga e tortuosa: il prossimo avversario dei Gunners è infatti il Liverpool di Klopp che, nonostante non riesce a trovare continuità di risultati, sta recitando il ruolo di ammazza-grandi: in ordine è toccato prima al Chelsea targato Josè Mourinho, poi al Manchester City ed infine al Leicester, grazie alla zampata di Benteke. L’Arsenal però ha, adesso, la consapevolezza di essere la prima della classe, in solitaria: il club di Emirates lo sa così come gli altri diciannove di Premier League. Le avversarie hanno paura ma la “sindrome di Tyler Durden” non fa dormire sogni tranquilli neanche a Wenger: la squadra che ha perso 4-0 con il Southampton è la stessa, per organico, che ora è in prima classifica e separare in così poco tempo le due parti, è impossibile; mentre i Saints maltrattavano l’Arsenal, negli occhi dei Gunners c’era la voglia di cambiare volto per il nuovo anno.Per ora ci sono riusciti ma attento Arsene, dal passato non si può scappare ma lo si può conoscere per evitare di ripetere gli stessi errori.

 

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