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Berg sale a quota 20 e all’ultimo secondo decide il derby! Estasi Pana, crollo Aek

L’ultimo personaggio che in Super League aveva segnato 20 reti rispondeva al nome di Rafik Djebbour, capocannoniere della stagione 2012/13 con la maglia dell’Olympiakos. Da domenica sera, un tale Marcus Berg da Torsby ha aggiornato questa speciale classifica: contate però che mentre sia l’algerino che lo svedese sono arrivati a questo traguardo in 25 partite, il secondo ha ancora 4 turni in cui aumentare ulteriormente lo score. Nel 2011/12 il belga Kevin Mirallas, sempre vestito di biancorosso, arrivò a quota 20 in 25 partite, mentre nel 2010/11 Djibril Cissè ci impiegò 2 turni in più. Per cercare altri giocatori da 20 marcature stagionali dobbiamo tornare al 2004/05 con Theofanis Gekas (in 31 gare, però) o al 2000/01 con Alexis Alexandris (in 27). Oltre i venti, restando nel lasso di tempo dal 2000 in poi, solo Giovanni nel 2003/04 (Olympiakos, 21 gol in 28 match) e Cissé nel 2009/10 (23 in 28). Vale la pena ricordare come l’anno scorso il miglior realizzatore della Super League fosse il trequartista Fortounis con le sue 18 esultanze, mentre Berg si fermò “solo” a 15.

Ho sviluppato tutto questo discorso col preciso intento di farvi calar meglio nella parte. Segnare 20 reti può sembrare un qualcosa di normale, ma in Grecia non è proprio così. In quest’ottica, la doppietta di domenica messa a segno da Berg assume una connotazione particolarissima: unica, se pensate poi che è stato un derby. É dal 28 febbraio 2016 che l’Aek non festeggia la vittoria di una stracittadina contro il Pana: da lì in poi, lo 0-0 di cui vi ho parlato qui (all’andata) e questo di cui vi sto narrando le gesta adesso. Lo dico subito: rispetto all’andata, non c’è stata storia. Un po’ come il derby Genoa-Samp del 5 gennaio 2016: Gasperini sbagliò le mosse iniziali, poi si corresse e il suo Grifo riuscì a rimontare sfiorando di pochissimo un pari insperato ma che forse avrebbe meritato. Lo stesso è accaduto qui: le similitudini non si fermano solo al risultato (2-3) e al fatto che Jiménez abbia tentato di porre rimedio con due cambi effettuati alla fine del primo tempo. Così come l’ interno di centrocampo Ntcham era stato sostituito dopo una prova incolore, lo stesso dicasi per Ajdarević. E allo stesso modo con cui gli undici rossoblù avevano rialzato orgogliosamente la testa, altrettanto è accaduto all’Aek. Certo, qui è stato tutto più beffardo perchè solo al 90′ il Panathinaikos ha ottenuto i tre punti. Quindi, se volete, c’è anche un pizzico di Mauro Boselli. Fermo restando che qui non si parlava di retrocessione, ma della possibilità da parte dell’Aek di scavalcare i cugini. Erano a -2 dal 4° posto, ora è tutto da rifare e soprattutto le lunghezze da recuperare sono 5. Le formazioni: Manolo ha scelto un 4-3-3 con centrocampo dal tono svedese (oltre ad Astrit, anche Johansson) e Araujo davanti con Rodríguez a destra e il decentrato Mantalos a sinistra. Per gli ospiti, nessuna novità eccezion fatta per il modulo. Non 4-2-3-1, ma 4-4-2 con Klonaridis ben più vicino a Berg di quanto si possa immaginare.

Si è giocato allo Spyros Louīs, ma in pochi si sono accorti che i verdi di Ouzounidis erano gli ospiti. Subito dopo 6′ Didac Vilà è stato chiamato ad un salvataggio decisivo su un’incursione di Villafañez, dando l’impressione di quel che sarebbe stato il copione della serata. E infatti sarà il Pana a fare la partita in lungo e in largo, costringendomi a sollevar qualche dubbio sulla preparazione della gara di Manolo Jiménez. In tutto questo, al 24′ c’è stata la prima rete: scatto mostruoso di Berg tra le linee, tentativo di cross rasoterra al centro, maldestra irruzione di Vranjes con palla che rimbalza sul palo e definitiva ribattuta in rete di potenza. Null’altro da dire, se non che il marcatore è stato Viktor Klonaridis e che la telecamera ha deciso di indugiare sull’espressione del povero Manolo. Vi lascio immaginare l’intristimento del suo volto 2′ dopo, quando cioè Marcus Berg ha graffiato infliggendo un pesante uno-due sulla truppa giallonera. Tutto è partito da una geniale intuizione di Villafañez a pescare Mpoku in area, il cui dribbling su un diretto marcatore ha favorito lo smarcamento del bomber svedese. E servito così bene, il numero 9 non ha certamente potuto sbagliare. Un quasi incredulo Barkas si è trovato a raccogliere nuovamente la sfera dalla rete. La scivolata sulle ginocchia e la conseguente mano portata più volte al cuore hanno poi accresciuto non di poco il visibilio del popolo del Gate 13.

Alla ripresa, fuori due dei peggiori (Ajdarević e Rodríguez), spazio a Christodoulopoulos e Pekhart. Al 59′ l’Aek confeziona una potenziale chance con un colpo di testa di Sergio Araujo e la successiva ribattuta del neo entrato Lazaros: è il preludio a quanto sarebbe accaduto due minuti dopo. Grave ingenuità di Villafañez il cui controllo con la mano è stato ottimamente ravvisato da Papadopoulos. Dal dischetto, ecco che l’ex Bologna ha spiazzato Vlachodimos per l’1-2. Partita riaperta grazie al numero 7, che in quanto ex (5 anni nel Pana) non ha esultato ma è corso a recuperare dal sacco il pallone. Non si sa cosa sia accaduto ai ragazzi di Ouzounidis, molli e quasi già sazi di quanto fatto: di certo la dea bendata non è benevola coi fannulloni, e al 77′ ha trovato il modo di far gioire nuovamente lo Spyros Louis. Tutto sulla trequarti: Bakasetas ( appena entrato per Simões), poi Mantalos e Lazaros che ha ricevuto sulla destra. A questo punto gran visione di gioco dell’esterno che ha notato il movimento di Pekhart e lo ha servito sul secondo palo regalando all’attaccante ceco un pallone da spingere sotto la traversa, in scivolata. La rete numero 7 dell’ariete a disposizione di Jiménez avrebbe potuto esser pesantissima.

Ed è con dispiacere che lo dico, perchè in fondo fa tanta tenerezza una squadra che da esser sotto per due reti riesce a rimontare dopo una prova d’orgoglio e sacrificio. Tutto sembrava apparecchiato: due cambi abbastanza conservativi che Ouzounidis aveva scelto (dentro Lod e Leto, fuori Mpoku e Klonaridis), la chiara sensazione che il cronometro giocasse dalla parte giallonera. Quando all’85’ Boumal ha rilevato Villafañez, pareva che ogni cosa fosse stata decisa. Che il pari fosse il risultato finale. Che l’Aek potesse gioire per un match ripreso in corsa su un Pana che aveva progressivamente perso brillantezza. Ma il calcio è strano, e la sorte ha voluto che al minuto 89:26 un’azione corale orchestrata da Leto e portata avanti da Lod decidesse la partita. Chissà per quale motivo la retroguardia dell’Ael si sia fatta trovare impreparata: fatto sta, sul servizio del finlandese, Marcus Berg da pochi passi non ha potuto far altro che insaccare in porta. I festeggiamenti di Ouzounidis, la desolazione di Vranjes (in mezzo alle cui gambe era passato il traversone di Lod), la colpevolezza di Barkas autore di un’uscita tutt’altro che perfetta. L’ultimo atto di una partita combattutissima. Della quale non mi resta che rammentare il finale: Panathinaikos batte Aek per 3-2, allo Spyros Louis. Kαλησπέρα!

Il tabellino:

Aek (4-3-3): Barkas; Galo, Vranjes, Lampropoulos, Didac Vilà: Ajdarević (dal 46′ Pekhart), Simões (dal 63′ Bakasetas), Johansson; Rodríguez (dal 46′ Christodoulopoulos), Araujo, Mantalos. All. Jiménez

Panathinaikos (4-2-3-1): Vlachodimos; Coulibaly, Moledo, Koutroubis, Hult; Villafañez (dall’85’ Boumal), Zeca, Koutroubis, Mpoku (dal 68′ Lod); Berg, Klonaridis (dal 68′ Leto). All. Ouzounidis

Reti: 24′ Klonaridis, 27′ e 90′ Berg, 62′ Christodoulopoulos, 77′ Pekhart. Ammoniti: Lampropoulos, Simões, Vranjes (A), Villafañez, Zeca, Vlachodimos, Leto (P). Arbitro: Papadopoulos

Matteo Albanese

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