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Messicrazia al Villamarín, Betis frantumato

E’ un peccato che il calcio metta in palio soli tre punti a partita, perché sfide come quella di questa sera al Benito Villamarín meriterebbero ben di più: Betis Balompié in un buon momento di forma, sull’onda lunga del successo sul Siviglia e una malcelata lotta per un posto in Europa, Barça marziano sempre più leader de La Liga. Alla fine però il bottino intero è stato arraffato da Ernesto Valverde, che vola a +11 sull’Atlético, sposta di tre lunghezze la casellina dei punti (oggi 54) e si porta a un imbarazzante +19 sul Real Madrid. Se da un lato l’assenza del capocannoniere Sanabria privava il Betis del suo goleador, c’è da elogiare le 59 reti in 20 gare di Leo Messi (18 gol stagionali) e compagni.

Passano soli tre minuti e il popolo betico intravede il gol nella rasoiata del messicano Guardado, terminata col brivido a un filo dal palo della porta difesa da ter Stegen. E’ nell’aria un clima d’orgoglio, i biancoverdi non paiono intimoriti ma anzi vogliono aggiornare le statistiche che rammentano come dal 2008 il Barça abbia sempre vinto qui. Dopo un buon inizio, però, escono fuori dalla tana anche i catalani e allora Joaquín e compagni optano per un possesso palla finalizzato a un atteggiamento prudente e propositivo a tratti. La difesa capeggiata da Feddal regge, si muove in sintonia e non lascia spazio alla falange di Valverde: Adán è pressoché mai chiamato in causa, se non quando c’è da battezzare fuori la conclusione di Sergi Roberto o richiamare l’attenzione della panchina per via di un problema fisico occorso al compagno Mandi. Deve passare una buona mezzora prima che Leo Messi si accenda e cominci a carburare, ma il pericolo è sempre in agguato ed è una fortuna per i padroni di casa che La Pulga concluda sull’esterno della rete. Imbrigliato da una doppia marcatura asfissiante e che Quique Setién aveva appositamente cucito su misura al Diez argentino, il primo tempo finirà senza che il Barcellona riesca ad accendere la luce. E infatti il ritmo è flebile e cadenzato, rotto soltanto da qualche estemporanea iniziativa personale inutile e inframezzato dall’infortunio che costringe Valverde a giocarsi un cambio prima del riposo: esce Vermaelen per un fastidio al flessore, entra Umtiti.

Mutatis mutandis, Valverde ha dovuto trovare rimedi che permettessero a Luis Suárez di muoversi più agevolmente. Tutto difficile, perché la morsa del Betis funziona benissimo e poggia sulla perfetta sincronia dei suoi elementi componenti. Negli spazi stressi la manovra dei biancoverdi sembra trovare respiro al pari dell’asfissia blaugrana, ma tutto questo dura poco perché il clima s’innervosisce e Durmisi è costretto a fermare con le cattive un prepotente inserimento di Sergi Roberto. Rakitic e Messi si mettono al telaio nella speranza che non sia troppo tardi, ma il filo si cuce con una velocità impressionante e tra le vellutate trame pazza pure il pivot della situazione, Suárez, che in tre tocchi manda Rakitic solo davanti ad Adán. Tutto troppo facile, palla al centro e partita scombussolata. Il Betis, che ha retto benissimo fino ad ora, comincia a crollare sotto le cannonate blaugrana rafforzate dalla pazienza in cui André Gomes e compagni possono sguazzare indisturbati. E infatti passano cinque minuti e l’arbitro indica di nuovo la metà campo, questa volta dopo un recupero palla prodigioso di Busquets con annesso servizio da favola per sua maestà Leo Messi. Entra Paulinho, ma è ormai Messi-time, e dopo un’altra manciata di minuti il Diez chiama Suárez alla rete. E’ tris, Betis in bambola. La magia è durata troppo, ma accusati i primi segni di cedimento è troppo tardi per fare qualsiasi cosa. Setién prova a salvare il salvabile estraendo dalla panchina le carte Rubén Castro e Boudebouz, ma per un istante dimentica che nel Barça c’è Leo Messi: è poker. Niente reazione ma anzi la resa, saggia, ma non abbastanza per impietosire un Barça che doveva punire il Betis per il primo tempo sudato. E così, proprio sullo scoccare del 90′, è ancora Messi a ispirare la girata di Suárez. Pokerissimo. Bello, bellissimo. E, cosa più importante, tremendamente efficace. La Liga è loro.

Ecco il tabellino:
Real Betis (4-3-3): Adán; Guerrero, Mandi, Feddal, Durmisi; Fabián Ruiz (dall’89’ Camarasa), Javi García (dal 77′ Boudebouz), Guardado; Joaquín, Sergio León (dal 73′ Rubén Castro), Tello. All: Setién
Barcellona (4-3-3): ter Stegen; Semedo, Vermaelen (dal 43′ Umtiti), Piqué, Jordi Alba; Sergi Roberto, Rakitic, Busquets (dall’81’ Deulofeu), André Gomes (dal 66′ Paulinho); Messi, Suárez. All: Valverde
Reti: 59′ Rakitic, 64′ e 80′ Messi, 69′ e 90′ Suárez. Ammoniti: Durmisi, Feddal (B), Gomes, Suárez (B). Arbitro: Jaime Latre

Matteo Albanese

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