Cinque italiani che hanno vestito la maglia dello Zenit

Tanti problemi legati al Coronavirus e un Ciro Immobile che anche stasera non sarà della partita, ma la Lazio non sta avendo paura in campo internazionale. La banda di Simone Inzaghi ha ottenuto un grande successo interno alla prima giornata e i due ottimi pareggi in trasferta fanno in modo che il sogno chiamato ottavi di finale si stia avvicinando sempre di più. Una vittoria all’Olimpico contro lo Zenit potrebbe essere il passo decisivo, ma attenzione ai pietroburghesi che conoscono molto bene l’Italia e gli italiani.

DOMENICO CRISCITO
Uno degli esterni difensivi più apprezzati dell’ultimo decennio in Italia, capace di difendere e di attaccare facendo della fascia sinistra il suo habitat naturale. Mimmo Criscito partì giovanissimo dalla sua Napoli per andare a giocare prima nel Genoa e poi a diciotto anni nella Juventus. Fu uno dei protagonisti della promozione del Grifone nel 2007 e questo gli valse il ritorno a Torino. Con Ranieri in panchina non riuscì a sfondare e così tornò in Liguria dove divenne uno dei migliori della Serie A. Si guadagnò la Nazionale e nel 2011 accettò la ricchissima offerta dello Zenit San Pietroburgo. Un passaggio che lo allontanò un po’ dal cuore dei tifosi italiani ma che gli permise di giocare ad alti livelli anche in campo internazionale. Vinse due campionati nel 2012 e nel 2015 e nella stagione 2017-18 divenne anche Capitano. Dopo sette splendidi anni decise che era tempo di tornare nel Belpaese e nel suo amato Genoa dove ancora oggi ne difende i colori.

 

ROBERTO MANCINI
Uno dei migliori allenatori del nuovo millennio, capace di vincere sempre in tutte le squadre da lui allenate, ma fu proprio la Russia a togliergli questa straordinaria statistica. Dopo essere stato un grande calciatore con Sampdoria e Lazio, Roberto Mancini iniziò subito la carriera da allenatore con la Fiorentina trionfando subito in Coppa Italia. Altre vittorie del secondo trofeo nazionale con Lazio e Inter prima di vincere per ben tre anni consecutivi il Tricolore con i nerazzurri. Lasciò la società meneghina nel 2008 e dopo un anno di riposo passò all’ambizioso Manchester City. Fu lui a mettere i tasselli di quella grande squadra che nel 2012 vinse il titolo di Premier League quarantaquattro anni dopo l’ultima volta. Vinse anche in Turchia con il Galatasaray prima del ritorno all’Inter. Nel 2017 accettò l’offerta dello Zenit e iniziò dominando il campionato, ma da noviembre si fecero insistenti le voci che lo volevano in Nazionale. Da allora la squadra crollò e perse anche la qualificazione in Champions League decretando così il suo peggior fallimento. Dopo due anni dal suo arrivo l’Italia ha cambiato volto.

 

CLAUDIO MARCHISIO
Centrocampista a tutto campo, capace di impostare e recuperare palloni. Claudio Marchisio è stato una colonna della Juventus degli ultimi anni facendosi apprezzare per qualità e dedizione alla maglia. Dopo gli esordi con la Primavera bianconera venne mandato un anno in prestito all’Empoli e nonostante la retrocessione dei toscani si guadagnò il ritorno alla Vecchia Signora. Fu uno degli uomini migliori nei difficili anni della ricostruzione bianconera e fu straordinario protagonista del primo Scudetto del 2012. Con l’arrivo di Pogba divenne riserva di lusso ma riuscì comunque a farsi apprezzare e a risultare tra i migliori. Un grave infortunio nel 2016 ne segnò il finale di carriera non riuscendo più a tonare quello del passato. Nel 2018 passò allo Zenit e gli acciacchi non gli permisero di affermarsi in Russia, ma riuscì comunque a vincere il campionato segnando contro l’Anzhi il primo gol pietroburghese. A fine anno decise di ritirarsi.

 

ALESSANDRO ROSINA
Uno dei trequartisti più interessanti a livello giovanili, dotato di guizzo e tecnica, ma che non è riuscito a confermarsi. Alessandro Rosina abbandonò presto la sua Calabria per andare in Emilia nel settore giovanile del Parma. In gialloblu però non riuscì mai a imporsi come un possibile titolare e così passò in Serie B al Torino e in granata divenne il simbolo della rinascita. La grande stagione tra i cadetti portò alla promozione ma in A la squadra di Cairo visse tre stagioni difficili. Due salvezze troppo faticose e un’amara retrocessione che portò Rosina a cambiare squadra accettando l’offerta dello Zenit. Il freddo clima russo e un campionato molto fisico ne limitarono il rendimento e non divenne mai un titolare. Segnò quattro gol totali in Prem’er Liga ma riuscì comunque a vincere due campionati. Dopo un breve prestito a Cesena tornò stabilmente in Italia per vestire le maglie di Siena, Catania, Bari e infine Salernitana.

 

LUCIANO SPALLETTI
Uno dei tecnici più apprezzati del nuovo millennio in Italia, capace di far vedere soprattutto nella sua prima esperienza a Roma un grande calcio. Luciano Spalletti iniziò subito ad allenare a Empoli, squadra con la quale aveva chiuso carriera riuscendo a ottenere subito una doppia promozione dalla C1 alla A con tanto di salvezza al primo anno. Andò meno bene alla Sampdoria e al Venezia, prima di rilanciarsi a Udine dopo una breve parentesi in B all’Ancona. Riuscì a portare i friulani a un incredibile quarto posto, ma non partecipò mai alla Champions perché decise di passare alla Roma. Dopo le difficoltà all’inizio inanellò undici vittorie consecutive e nel 2007 e nel 2008 ottenne due secondi posti dietro a un’Inter nettamente superiore. Dopo gli anni nella Capitale accettò il ricco contratto dello Zenit San Pietroburgo e dopo grandi piazzamenti riuscì a vincere i primi titoli. Due campionati e una Coppa di Russia nelle prime due stagioni che lo fecero diventare il tecnico più vincente della storia pietroburghese, pareggiato solo ora da Semak. Dopo due secondi posti tornò in Italia ancora per guidare la Lupa capitolina e in seguito l’Inter riportando i nerazzurri in Champions dopo sette lunghi anni.

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