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Copa del Rey, il titolo della crescita del Barcellona

Un titolo che sa di consacrazione: il Barcellona dopo un’odissea arriva a sollevare un titolo dopo che nella scorsa stagione ne era rimasto a secco. E il cammino in questo torneo sembra testimoniare quella che è stata la crescita delle squadre nel corso della stagione stessa, passata dalle grandi sofferenze alla gioia di poter alzare al cielo quel titolo che ha vinto più di tutti nella sua storia.

La Copa del Rey come emblema della stagione: in tutto il percorso che ha portato alla finale di Siviglia il Barcellona non aveva mai vinto una partita nei tempi regolamentari, mentre in finale è riuscito addirittura a chiudere in goleada contro una squadra con cui nello scorso febbraio aveva perso in quello stesso stadio. I 90 minuti non erano bastati contro avversari di categorie inferiori come Cornellà e Rayo Vallecano, e poi contro il Granada di Liga. Nella doppia sfida contro il Siviglia aveva perso per 2-0 all’andata e recuperato in maniera incredibile al ritorno, con un calcio di rigore sbagliato da Ocampos che può forse segnare il turning point della stagione blaugrana.

Questa vittoria contro l’Athletic è il chiaro segnale di quanto la squadra sia cambiata nel corso della stagione: una squadra che è passata dalla crisi più profonda, dalle batoste come quella di Champions con il Psg, per poi tornare alla sua dimensione di squadra capace di vincere e di giocarsela ovunque. Un titolo importante, illusorio, che dà la speranza di poter essere competitivi anche nella volata finale di campionato, dove nulla è ancora precluso.

Una squadra guidata principalmente da tre fenomeni, che segnano generazioni differenti: Jordi Alba e Messi per la vecchia guardia, De Jong come ponte per una nuova era di titoli. I primi due sono stati devastanti negli ultimi mesi, con giocate all’altezza della loro carriera, soprattutto negli uno-due che vanno a creare la tipica azione di marchio blaugrana con cui si decidono spesso le partite. Messi ha trovato anche una splendida doppietta che corona la sua stagione, difficilissima sul piano mentale, ma cresciuta progressivamente così come tuta la squadra, e finalmente celebrata in questa grandissima prova.

Poi però c’è anche De Jong, che non ha vinto il premio di MVP ma forse lo avrebbe meritato quanto Messi. Giocatore chiave per gettare le basi di un grande futuro: il suo comincia oggi con il primo titolo in blaugrana, così come è stato il primo titolo di Koeman da allenatore e di Laporta nella sua seconda presidenza. Un Barcellona nuovo, ma con la vecchia anima vincente, passato dalla bufera per tornare a vincere. E adesso anche a sognare di continuare a vincere.

 

Simone Gamberini

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