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Il crollo del Rosario Central

Si è spenta la luce a pochi passi dal traguardo: il Rosario Central ha accarezzato e assaporato l’idea di andare in semifinale di Copa Libertadores ma in pieno recupero sono saltati piani e nervi a la squadra di Coudet che abbandona il suo cammino dopo aver fatto benissimo in questa edizione.

Eppure le cose meglio di così non potevano cominciare: l’1-0 di Marco Ruben sommato alla perla di Montoya dell’andata costringevano l’Atletico Nacional a dover segnare addirittura tre gol e alla fine così è andata. Il tempo ha fatto il suo dovere e secondo dopo secondo la travolgente atmosfera del tifo verdolaga associata ad una squadra che a calcio ci gioca davvero bene è riuscita a cambiare le sorti di una gara quasi compromessa.

Il secondo tempo è stato un massacro: Macnelly Torres, autore di una performance strepitosa, ha aperto le danze, Guerra, il faro della squadra ha reso possibile l’impresa e al minuto 95 è arrivata la sentenza di Berrío.

Quanto è mancato al Rosario un centrale come Pinola, forte caratterialmente e compagno perfetto per Donatti ma operato pochi giorni fa; poteva essere quela la chiave per reggere il contraccolpo di una partita esterna così difficile. La Canalla ha ceduto costantemente metri e dal concedere tiri da fuori è passato a concedere tiri pericolosi fino ad arrivare ai tre gol della ripresa.

L’Atletico Nacional quando ti domina è difficilissimo da contrastare e anche riprendere tre gol in un tempo in un quarto di Libertadores diventa un’impresa possibile. Poi dopo il 3-1 di Berrío saltano i nervi e la sconfitta diventa disastro: espulsi Lo Celso e Musto che si aggiungono a Burgos, finito sotto la doccia poco prima del 3-1 e tra i principali responsabili del blackout difensivo.

Adesso il Rosario deve provare a rilzarsi, cercare di vincere la Copa Argentina per riprovare l’anno prossimo l’avventura in Copa Libertadores, andata bene, anzi benissimo fino all’intervallo della partita di ieri. La squadra ha un progetto ed un sistema che può portare risultati importanti in questi anni e il KO contro la squadra più costante di questa Libertadores non dovrà essere un blocco psicologico per il futuro.

Simone Gamberini

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