
Francesco Caputo in Kings League | Instagram @kingsleague_it - Footbola
Tra i protagonisti indiscussi del trionfo dei TRM nella Kings League Italia spicca un nome su tutti: Francesco Caputo. Ecco come si diventa Re partendo dal basso
Ci sono due strade per diventare Re. La prima è quella del destino: nascere nel posto giusto, al momento giusto, erede designato di un trono già pronto. La seconda, decisamente più ardua, richiede sudore, sacrificio e una determinazione incrollabile: costruirsi da soli il proprio regno, un passo alla volta. Francesco “Ciccio” Caputo ha scelto – o forse è stato costretto a scegliere – la via più difficile. Con la fatica come alleata e la passione come motore, ha scalato il calcio italiano partendo dai campi di provincia fino a raggiungere la Serie A e la maglia della Nazionale. E oggi, aggiunge un’altra pagina alla sua storia: quella della vittoria nella prima, storica edizione della Kings League Italia.
La Kings League di Caputo
Diciamolo senza giri di parole: per un ex calciatore di Serie A, calarsi anima e corpo in una competizione come la Kings League non è affatto scontato. Chi ha calcato i palcoscenici della massima serie e, magari, della Nazionale, difficilmente riesce a trovare stimoli in contesti di questo genere. Ma questo discorso, evidentemente, non vale per Ciccio Caputo.
Lui ha scelto di mettersi in gioco davvero, senza riserve. E i numeri parlano per lui: 22 gol, 3 assist, 6 titoli di MVP di partita, 2 MVP di giornata. Aggiungiamoci corsa, spirito di sacrificio, leadership silenziosa e quella fame che non lo ha mai abbandonato, nemmeno ora. La Kings League Italia di Caputo è stata un manifesto del suo modo di interpretare il calcio: con serietà, passione e cuore.
Chi lo ha vissuto da vicino lo racconta meglio di chiunque altro. Thomas Salvaterra, compagno di squadra nei TRM, ce lo aveva anche detto prima dell’inizio dei playoff: “È una persona d’oro, non ci critica mai, ci incita sempre ed è anche grazie a lui se noi Draft stiamo rendendo così tanto. È un onore giocare con una leggenda di questo calibro”. E non è difficile credergli.
Caputo non è sceso in campo per una passerella, né per salutare il calcio in punta di piedi. Lo ha fatto per vincere. È stato l’arma segreta dei TRM, il motore che ha spinto la squadra al trionfo nella prima edizione della Kings League Italia. Ora guarda avanti, con gli occhi già rivolti a Parigi, dove lo aspetta il Mondiale. Il sogno? Alzare un’altra coppa al cielo. Perché Caputo, a ogni livello, gioca sempre per una cosa sola: dare tutto.
Dai campi di Serie D fino alla A, alla Nazionale e… alla Kings League: la scalata verso il trono di Ciccio Caputo
Francesco Caputo per tutti incarna alla perfezione la figura dell’attaccante umile e ostinato, pronto a dare sempre il massimo e capace di emergere con fatica e dedizione in un calcio dove, ormai, si dà più peso alle apparenze che alla sostanza.
Nato ad Altamura il 6 agosto 1987, Caputo è uno di quei calciatori che ha costruito la sua carriera passo dopo passo, scalando le categorie senza mai bruciare le tappe.
La sua avventura nel calcio professionistico inizia nei campi polverosi della Serie D con il Noicattaro, per poi passare al Bari, squadra che gli offre il primo vero trampolino di lancio. Tuttavia, è nelle serie inferiori che Caputo inizia a farsi notare davvero: nelle esperienze con Salernitana e Siena non lascia un’impronta indelebile, ma ad Empoli trova finalmente l’ambiente giusto per sbocciare.
Con i toscani, Caputo vive una delle stagioni più prolifiche della sua carriera, segnando gol a raffica e diventando protagonista assoluto della promozione in Serie A nel 2018.
Ed è così che a 31 anni, realizza il sogno di molti: giocare in pianta stabile nella massima serie italiana, dimostrando di poterci stare alla grande. Non una semplice comparsa, ma un protagonista: i gol continuano ad arrivare anche tra i grandi, con una naturalezza che sorprende molti, ma non chi lo conosce bene.
Dopo l’Empoli, arriva la chiamata del Sassuolo, dove sotto la guida di De Zerbi si conferma come uno degli attaccanti italiani più in forma di tutto il campionato. Ciccio diventa così un simbolo della squadra, tanto da guadagnarsi, nel 2020, la prima convocazione in Nazionale maggiore, arrivando anche a siglare la sua prima marcatura con la maglia azzurra: un traguardo meritato per chi ha fatto della pazienza e del lavoro i suoi punti di forza.
Negli anni successivi, dopo una parentesi con la Sampdoria, Caputo torna ad Empoli, riportando con sé esperienza e leadership. Superata la soglia dei 35 anni, continua a essere una risorsa preziosa, dimostrando che l’età è solo un numero quando ci sono passione e professionalità.
Poi il ritiro e il passaggio ai TRM, perché, anche a 37 anni, per un campione come lui dire definitivamente “basta” non è affatto facile. E viste le sue prestazioni, non possiamo fare altro che ringraziarlo per aver preso questa decisione.
Francesco Caputo non è solo un attaccante che segna gol: è un simbolo del calcio romantico, quello fatto di sacrificio, provincia e sogni che non scadono mai. Un esempio per i giovani e una storia da raccontare, compreso l’ultimo atto: la Kings League.
Perché, alla fine, non è il nome del torneo o il prestigio della categoria a fare la differenza. Conta la passione, la voglia, la fame. E in un contesto come questo, popolato da giovani che lottano per farsi notare, come potrebbe uno come Caputo – con il suo vissuto e la sua storia – scendere in campo senza dare tutto se stesso?