
Marco Marra, esperto di Cyber Security con molti anni di esperienza nella prevenzione e gestione delle minacce cibernetiche: “I deepfake rappresentano una delle minacce digitali più insidiose del nostro tempo”
Nel mondo del calcio moderno, dove l’immagine vale quanto la prestazione, la minaccia dei deepfake è una bomba a orologeria pronta a esplodere. Lo conferma Marco Marra, esperto di Cyber Security con esperienza internazionale, intervenuto ai microfoni di alanews, che mette in guardia anche il sistema calcio: “I deepfake rappresentano una delle minacce digitali più insidiose del nostro tempo”.
Parliamo di video o audio manipolati tramite intelligenza artificiale, capaci di far sembrare che un calciatore abbia detto o fatto qualcosa che in realtà non è mai accaduto. E quando queste falsificazioni circolano sui social, l’effetto può essere devastante: “Minano la fiducia nel giornalismo e nella veridicità delle fonti visive”, avverte Marra. Un esempio nel mondo sportivo? Immaginiamo un video contraffatto di un allenatore che insulta i tifosi, o di un calciatore che parla di un presunto accordo con un altro club prima di una partita decisiva. Sarebbe il caos.
Nel calcio odierno, dove ogni dichiarazione può influenzare i mercati, la reputazione e persino i contratti milionari, la manipolazione dell’identità digitale non è più solo fantascienza. È realtà.
“Esistono strumenti per smascherare i deepfake – spiega Marra – come software forensi, firme digitali o analisi basate su blockchain. Ma la tecnologia da sola non basta”. E il calcio, proprio perché sempre più immerso in un ecosistema digitale fatto di social network, highlights in tempo reale e interviste su TikTok, è terreno fertile per questo tipo di attacchi.
Pensiamo anche ai giornalisti sportivi: bastano pochi secondi di un finto audio in cui una voce “identica” a quella di un dirigente annuncia un clamoroso esonero o rivela trattative riservate, e la macchina del fango si mette in moto. In un ambiente dove il click vale oro, distinguere il vero dal falso è diventato un mestiere da hacker etico.
La soluzione? Per Marra è una battaglia collettiva: “Servono norme più moderne, come l’AI Act europeo, ma anche una nuova cultura digitale”. Una consapevolezza che deve arrivare dai club, dai media, ma anche dai tifosi, sempre più esposti a contenuti falsi che sembrano reali.
Nel calcio del 2025, non basta più marcare l’uomo: bisogna marcare l’informazione. E avere una difesa a tre contro le fake news, i deepfake e l’ingenuità digitale.