Peggio di così era difficile immaginare l’avvicinamento della Russia al primo storico Mondiale casalingo. Una sola vittoria nelle ultime otto partite e un calo del rendimento preoccupante. Se a novembre la nazionale guidata da Cherchesov aveva ottenuto un buon 3-3 con la Spagna e una sconfitta di misura con l’Argentina, negli ultimi test di marzo è sembrato tutto da buttare. Sia a Mosca contro il Brasile che a San Pietroburgo contro la Francia sono arrivate due sonore sconfitte, incassando sempre tre gol e non dando mai la vaga impressione di essere in partita.
Nonostante il girone non sembri dei più proibitivi si fatica a vedere una possibilità per la Russia di ottenere la prima storica qualificazione agli ottavi di finale dopo la fine dell’Unione Sovietica. Poco talento e una squadra che in due anni non ha mai dato punti di riferimento veri e propri. La creazione di un blocco dello Spartak Mosca non sempre si sta rivelando vincente e la convocazione di gente come Kutepov, poco presente nell’undici di Carrera, o Zabolatnyi, impalpabile allo Zenit, può creare dei malumori interni.
In Russia, dopo gli ultimi fallimenti, si è cercato di valorizzare i settori giovanili e obbligando le squadre a giocare con sei giocatori di casa. Qui però è nato un doppio problema. Il primo è dovuto al fatto che le società si sono messe a strapagare i giovani talenti russi per poterli avere in rosa, caricandoli quindi di pressioni, responsabilità e soldi spropositati per la loro età. Il secondo è dovuto al non voler dire addio agli eroi di Euro 2008. E allora ecco che ci troviamo di fronte non solo a una nazionale vecchia, ma anche a club formati da ultratrentenni russi e stranieri spesso riciclati dai maggiori campionati. Dell’undici sceso in campo nella finale Under 19 del 2015 contro la Spagna solo Golovin sta rispettando le attese deliziando i tifosi del Cska Mosca e avendo già guadagnato il posto in nazionale. Per gli altri dieci ci sono soltanto le briciole con Barinov a fare da mascotte alla Lokomotiv Mosca, mentre tutti gli altri si trovano a lottare o per la salvezza o peggio ancora si trovano in seconda divisione. Ci sarebbero stati tanti giovani da lanciare in quella squadra che vinse anche l’Europeo Under 17 nel 2013, come il bomber Sheydaev, oggi al Qarabağ, o il portiere Mitryushkin, andato al Sion, o ancora il terzino Makarov, girato in questi anni dalla Lokomotiv tra il Minsk, l’Anorthosis e ora il Khabarovsk.
Non servono leggi speciali per far giocare giocatori russi, bisogna avere l’idea di lanciare qualche giovane facendo uno “sgarbo” ai vari Samedov, Akinfeev o Zhirkov che hanno dato tanto alla nazionale, ma che forse ora dovrebbero pensare di farsi da parte. L’inserimento delle nuove leve è rimandato quindi, si spera, in preparazione di Euro 2020, e per questo Mondiale Cherchesov dovrà aggrapparsi all’ultimo colpo di coda nella carriera della maggior parte dei suoi.