
Sabino Palermo, il telecronista della Kings League, ai microfoni di Newzgen | Instagram @nondipalermo - Footbola
eSports, Kings League e lo sguardo verso il futuro: il racconto di Sabino Palermo ai microfoni di Newzgen
Il successo clamoroso delle European Finals della Kings League a Torino ha acceso i riflettori su un nuovo paradigma sportivo: una miscela esplosiva di calcio, intrattenimento digitale e linguaggio generazionale. Al centro di questa trasformazione c’è Sabino Palermo, telecronista e volto noto del panorama eSports italiano, che ha saputo raccontare – e vivere – da protagonista l’ascesa del format ideato da Gerard Piqué.
Un ponte tra FIFA, Twitch e adolescenti
Classe 1991, Palermo non arriva dal tradizionale vivaio giornalistico. La sua carriera si è forgiata nel mondo degli eSports, come caster della eSerie A di FIFA (oggi EA FC), esperienza che gli ha permesso di interpretare con naturalezza le dinamiche ibride della Kings League: sport, show e community. “La Kings League è un mondo giovane, proprio come quello degli eSports. Lì hanno visto in me una figura capace di fare da ponte”, racconta a Newzgen.
Durante l’intervista, Palermo sottolinea come l’anno della pandemia abbia accelerato l’irruzione delle nuove generazioni su TikTok, Twitch e YouTube, alimentando un ecosistema in cui calciatori semi-professionisti e streamer diventano protagonisti sullo stesso palcoscenico. Non a caso, a catturare l’attenzione del team spagnolo della Kings League è stato proprio il suo background da caster FIFA, più che il ruolo da telecronista Sky. Un segnale dei tempi che corrono.
Un format che riempie stadi, non solo feed
Con l’Allianz Stadium e l’Inalpi Arena sold out, la Kings League ha superato ogni aspettativa italiana. Le partite tra squadre di streamer e nazionali come Colombia e Brasile hanno riempito le tribune e incendiato le community online. “È stato un punto di svolta”, commenta Palermo. Il format, che permette agli streamer di personalizzare squadre con nomi, loghi e draft di calciatori, ha creato un forte senso di appartenenza.
Molti dei protagonisti arrivano da Serie D, C o addirittura Eccellenza. “Eppure oggi hanno una visibilità e un impatto social che li ha trasformati in personaggi veri e propri”, dice Palermo. Una dinamica che ribalta le logiche del calcio tradizionale e spalanca nuove opportunità.
La preparazione? Tra numeri e TikTok
Essere telecronista nella Kings League non significa solo conoscere formazioni e statistiche. “Rispetto al calcio classico, la preparazione è più ampia e fluida”, spiega Palermo. Accanto allo studio tradizionale, c’è un intenso lavoro di monitoraggio social. Clip di Blur, highlights di Marza, trend di TikTok e storie umane dei giocatori diventano strumenti fondamentali per creare un racconto credibile e coinvolgente.
L’approccio è quasi giornalismo narrativo: Palermo parla direttamente con i ragazzi, chiede dei loro soprannomi, delle emozioni vissute, delle loro vite fuori dal campo. “Sono storie che nessun database può restituirti”, sottolinea.
Una squadra e uno spirito startup
Dietro le quinte, la Kings League Italia si muove con la velocità di una startup ma con le regole ben definite dalla casa madre spagnola. “C’è una gerarchia chiara, ma anche un entusiasmo travolgente. Tutti fanno un po’ di tutto”, racconta Palermo. Il clima è quello di una famiglia – o come dice lui, citando Lilo & Stitch – di una vera ohana.
Quando arrivano i team di altre nazioni per gli eventi internazionali, l’obiettivo è chiaro: dimostrare che l’Italia può competere non solo sul campo, ma anche nella produzione di spettacolo e coinvolgimento.
Streamer vs calciatori: due mondi a confronto
Il format unisce universi che raramente si parlano: quello degli streamer, abituati al controllo della propria camera, e quello degli ex calciatori, formati sul campo e davanti ai microfoni. Le differenze emergono, soprattutto nei contenuti post-partita come “After Kings”, dove alcuni creator faticano a confrontarsi con professionisti come Pierluigi Pardo. “Serve trovare un linguaggio comune. Non è un problema di età, ma di percezione del contesto”, osserva Palermo.
Nonostante le difficoltà, è chiaro che l’integrazione tra questi mondi sia uno degli obiettivi – e delle sfide – del progetto. E Palermo, con la sua doppia anima da docente ed esperto digitale, sembra perfetto per interpretarla.
I protagonisti, le emozioni e le storie
Tra le figure che lo hanno colpito di più, Palermo cita Colombo, “l’eroe dei due mondi” per i gol segnati, Lofaso dei Boomers e il golden gol di Loiodice dei Caesar, che gli ha fatto “completamente perdere la voce”. Tra gli streamer, grande feeling con Enerix, Er Faina, Just Rohn, Freno e i PirlasV, anche se Blur, ammette, “resta ancora una figura un po’ irraggiungibile”.
Sguardo verso Parigi
Il prossimo appuntamento è la Kings World Cup di Parigi. Palermo rivela poco ma anticipa partnership internazionali (tra gli spoiler: Cupra, Burger King, forse Fortnite) e un concerto finale con l’artista francese Jim. Si giocherà in arene indoor, come la Cupra Arena e la De Fonse Arena, con l’obiettivo dichiarato di portare il tifo fuori dal digitale: “Vogliamo un ‘bordello allucinante’ sugli spalti, come in Brasile o Francia. Il vero spettacolo è l’unione tra community online e passione reale”.
La Kings League non è più solo un esperimento virale. È un ecosistema in evoluzione che mescola calcio, cultura pop e nuove generazioni. E Sabino Palermo, con il suo stile ibrido e autentico, ne è una delle voci più credibili. Se il calcio del futuro si gioca a cavallo tra stadio e streaming, Torino potrebbe essere stato solo l’inizio.