
Inter ora è crisi, la curva: “Marotta vai a c****e”
La stagione 2024-2025 per l’Inter si sta rivelando un vero e proprio incubo, un cammino costellato di delusioni e amarezza quasi sempre arrivate sul più bello con i tifosi nerazzurri che si ritrovano a fare i conti con una realtà agghiacciante: a meno di un’affermazione nella prima edizione del Mondiale per Club, la squadra chiuderà la stagione con uno “zeru tituli”. Questa espressione, coniata dal leggendario José Mourinho durante la sua era all’Inter, sembra oggi più che mai attuale proprio per la Beneamata. Dalla SuperCoppa persa contro il Milan a dicembre, passando per la conquista dello Scudetto da parte del Napoli e la Coppa Italia vinta dal Bologna e l’eliminazione giunta per mano dei cugini milanisti, il palmarès dell’Inter rimane desolatamente vuoto.
La crisi del tifo organizzato
Un aspetto che ha reso questo anno ancora più complicato è la crisi profonda che ha colpito il tifo organizzato, in particolare la Curva Nord. La morte di Antonio Bellocco e il successivo arresto del leader della curva, Andrea Beretta, hanno portato a un’onda di shock tra i tifosi. A questo si è aggiunto, tra gli altri, il coinvolgimento di Marco Ferdico, un altro volto noto del tifo organizzato, in un’inchiesta che ha smembrato la Curva Nord così come l’abbiamo conosciuta negli ultimi anni. Questa situazione ha costretto molti tifosi a tornare a organizzarsi in gruppi più piccoli, ma sempre sotto la pressione delle forze dell’ordine e delle restrizioni imposte dalla società.
Le tensioni tra società e tifosi
Le tensioni tra la società e i tifosi sono aumentate, creando una frattura che sembra difficile da ricucire. La dirigenza dell’Inter ha preso le distanze dai fatti, presentandosi come parte lesa in questa triste vicenda. Questo atteggiamento ha inasprito ulteriormente il clima di ostilità, soprattutto dopo la decisione di non supportare l’organizzazione della trasferta a Monaco di Baviera per la finale di Champions League. La mancanza di vicinanza e comprensione nei confronti dei tifosi ha alimentato una crescente frustrazione, manifestata con una contestazione a poche ore dall’importante atto finale nella competizione più prestigiosa. Una finale peraltro da dimenticare
Una partita che si è trasformata in un vero e proprio incubo. L’Inter è stata umiliata dal Paris Saint-Germain con un sonoro 5-0, un risultato che ha lasciato segni indelebili non solo sulla squadra, ma anche sui suoi sostenitori. Diversamente da altre occasioni, il settore riservato ai tifosi nerazzurri ha faticato a sostenere la squadra, con alcuni di loro che addirittura hanno abbandonato gli spalti a gara ancora non ultimata, un gesto che i veri tifosi non avrebbero mai fatto, come ha evidenziato Nino Ciccarelli sui social. Lo storico leader non le ha mandate a dire alla società, prendendosela col presidente, Giuseppe Marotta, e postando nei suoi confronti un rumorosissimo “Vai a cag**e”.
La pressione su squadra e dirigenza è palpabile, e il malcontento cresce di giorno in giorno. La strada verso la riconquista della fiducia dei tifosi è lunga e tortuosa, e senza un cambiamento radicale, l’Inter si troverà ad affrontare non solo una crisi sportiva, visto che gli interrogativi sul futuro tecnico aumentano dopo la debacle di ieri sera, ma anche una crisi d’identità. E chi rappresenta l’identità di un club più di un suo tifoso?