Quarto capitolo del nostro viaggio alla ricerca di italiani all’estero. Ci spostiamo in Francia, in Ligue 1 campionato in cui ritroviamo ben cinque connazionali, quattro calciatori e un allenatore. Gli emigrati nella massima divisione francese sono tutti volti più che noti. L’unico “nuovo” in Francia è Claudio Ranieri, da questa stagione alla guida del Nantes. Mario Balotelli è alla sua seconda stagione al Nizza, mentre Andrea Raggi è ormai un veterano di questo campionato con il suo Monaco. Infine Verratti e Thiago Motta, al centro del grande progetto Psg.

Verratti e Motta, per una stagione indimenticabile

Al Parco dei Principi si sogna di questi tempi. Gli acquisti di Neymar, Mbappé e Dani Alves dopo anni di ingenti investimenti, sono stati compiuti per permettere alla squadra parigina di compiere un ulteriore salto di qualità. Investimenti che però non sono stati compiuti a centrocampo perché Emery fa molto affidamento sui calciatori già presenti nella rosa. Verratti e Motta sono due certezze del centrocampo parigino, ma analizziamo singolarmente le relative situazioni.

Marco Verratti è uno dei centrocampisti più forti in circolazione. Le continue prestazioni di qualità che ha offerto per tutta la scorsa stagione, lo hanno posto un gradino sopra ai suoi compagni. È senza dubbio al centro del progetto Psg, che in estate lo ha dichiarato incedibile e ha invece venduto Matuidi. E poco prima della campagna estiva, Verratti e il suo agente avevano lamentato la non competitività della squadra Al-Khelaïfi, che ha risposto alla giovane stella italiana con i suddetti acquisti. Una situazione capovolta per Marco Verratti, che mai quanto ora è convinto di restare al Psg (una delle maggiori potenze europee) e di non dover forzare una eventuale cessione per provare a vincere la Champions League. C’è un motivo se don Andrés Iniesta lo ha nominato come suo erede.

Il cammino dei parigini è stato finora perfetto. Si parla di numeri che in Europa sono riusciti ad ottenere solo Manchester City e Barcellona. Il Psg di Verratti è in vetta sia in Ligue 1 (a +4 sul Monaco), sia nel girone di Champions League e ha realizzato la bellezza di 56 gol in 16 partite, subendone solo 8.

Questo Psg non solo vince e segna tanto, ma gioca anche bene. Emery è stato bravo a recuperare un ambiente con il morale a pezzi e l’ha fatto continuando per la sua strada. Al centro di questa strada, del cammino di Emery e del Psg, c’è Thiago Motta. Criticato da molti per la sua lentezza lui è sempre più titolare nel Psg delle stelle. Perché? Motta sta al Psg come Busquets sta al Barcellona, se vogliamo fare una proporzione. È un giocatore che non sposta gli equilibri, ma li mantiene tra i reparti. La sua intelligenza tattica gli permette di giocare a uno, massimo due tocchi ed è il profilo perfetto per far girare al meglio questa squadra. Ora ha subito un infortunio ed è Rabiot il titolare, ma quando guarirà tornerà ad occupare il ruolo di metronomo del centrocampo, da cui Emery non vuole spostarlo.

Le nuove avventure di Balotelli e Ranieri

Partiamo da Mario Balotelli, che da qualche anno ha smesso di essere “super” e sta cercando di ritrovare la retta via in quel di Nizza. La seconda stagione in rossonero per il numero 9 italiano è iniziata bene a livello personale, malissimo per il Nizza. Lui sta regalando prestazioni importanti e soprattutto gol, ma la squadra di Lucien Favre è in piena crisi. I punti conquistati in dodici giornate di Ligue 1 sono solo 13 e il Nizza è a ridosso della zona retrocessione; in Europa invece la doppia sconfitta contro la Lazio ha messo in discussione il passaggio del turno del Nizza, chiamato ora a vincere per confermare il secondo posto. L’obiettivo personale di Mario Balotelli è quello di tornare in Nazionale, qualificazione e Ventura permettendo. I numeri ci inducono a dire che dovrebbe essere preso in considerazione perché 26 gol e 2 assist in 42 partite non si possono ignorare.

Da Claudio Ranieri al Nantes ci si aspettava una stagione tranquilla e senza profumi d’Europa a causa di una rosa inferiore rispetto alle altre pretendenti. Ranieri ha però già iniziato a stupire tutti. Il suo Nantes è saldo al quinto posto in classifica, a soli due punti dalla terza posizione occupata dal Lione. Non è un Nantes bello da vedere, ma che unisce l’utile all’utile, cioè che non necessita di bel gioco per ottenere grandi risultati (l’attacco del Nantes è il 15esimo del campionato con soli 11 gol in 12 gare). Folle, chi ha gridato a un nuovo Leicester (i miracoli non capitano ogni anno) perché in quella stagione irripetibile non c’era un Psg del genere e inoltre la rosa a disposizione dell’allenatore era tecnicamente superiore a questa. Tuttavia, ora che Ranieri ci ha mostrato di poter lottare per un posto in Europa League ci aspettiamo che combatta fino alla fine e gli auguriamo una “pronta” qualificazione.

Andrea Raggi è l’unica nota stonata tra gli italiani all’estero. La stagione indimenticabile lui l’ha vissuta lo scorso anno con la vittoria del campionato e il raggiungimento delle semifinali di Champions League. La nuova stagione invece non ha avuto un grande inizio a livello individuale. La coppia titolare al centro della difesa è composta da Glik-Jemerson, e l’acquisto in estate di Kongolo lo declassa ulteriormente. Tuttavia per Jardim è fondamentale perché Raggi sa e può giocare in tutte le posizioni della difesa, è un jolly e con l’infortunio di Mendy sta trovando un po’ di minutaggio. Ha 33 anni e l’apice della sua carriera l’ha già raggiunto, ma farà di tutto per provare a rendersi ancora utile e giocare un altro paio di stagioni ai vertici con il suo Monaco.