
ANSA/FABIO MURRU
Joao Pedro parla della sua esperienza con l’Italia, rivelando: “Segnare contro la Macedonia avrebbe cambiato tutto. Ho ricevuto la convocazione inaspettatamente, ma mi sono bloccato, chiedendomi se meritassi di essere lì. E quel gol avrebbe cambiato la mia carriera.”
Joao Pedro, attaccante brasiliano naturalizzato italiano, ha recentemente condiviso i suoi pensieri e le sue emozioni riguardo alla sua esperienza con la nazionale italiana, rivelando un lato vulnerabile e umano di un calciatore che si trova a un bivio importante della propria carriera. In un’intervista sincera, ha parlato di come la sua convocazione in azzurro sia stata non solo una gioia, ma anche un momento di grande pressione e introspezione.
La cittadinanza italiana e la convocazione in azzurro
Dal 2017, Joao Pedro ha ottenuto la cittadinanza italiana, ma mai si sarebbe aspettato di ricevere una chiamata dalla nazionale. Ricorda con chiarezza il momento in cui il direttore sportivo del Cagliari, Capozucca, lo avvisò della convocazione: “Ero in un bar a prendere un caffè con i magazzinieri e non capivo se stesse scherzando. Mi ha detto che l’Italia mi aveva chiesto e io pensavo: ‘Ma per cosa?’. Quando ho realizzato che era tutto vero, è stata una sensazione incredibile“. Questo incontro casuale è diventato il punto di partenza di un’avventura che avrebbe potuto cambiare il suo destino.
La pressione di rappresentare l’Italia
Joao Pedro ha confessato di aver lottato con i propri pensieri durante quel periodo. La pressione di rappresentare un paese calcisticamente ricco di storia e tradizione come l’Italia lo ha portato a interrogarsi sul suo valore e sul suo diritto di essere lì. “Mi chiedevo: ‘Merito di essere qui?’. Queste domande mi bloccavano“, ha dichiarato. La sua fragilità emotiva è un elemento che spesso viene trascurato nel mondo del calcio, dove la forza e la determinazione sono di rigore.
Un momento cruciale nella sua carriera
La partita contro la Macedonia, in particolare, è rimasta nella sua mente come un momento cruciale. Joao Pedro è entrato in campo con il punteggio fermo sullo 0-0, con la speranza di segnare. “Credevo di poter cambiare la storia del match e, più importante, la mia carriera. Ma quando quella palla è entrata, tutto si è spento. Era buio totale“. Questo episodio evidenzia il peso che il risultato di una sola partita può avere sulla carriera di un calciatore, specialmente per uno che sta cercando di affermarsi in un contesto così competitivo.
Dopo il fischio finale, gli spogliatoi sono stati teatro di emozioni contrastanti. “C’erano chi piangeva, chi aveva la testa bassa e chi non riusciva a credere a ciò che era successo“, ha raccontato. La squadra ha pagato il prezzo di un passato recente segnato dalla paura e dall’insicurezza. Joao ha sentito il peso di quattro anni di attesa e di speranze infrante, un periodo in cui la sua carriera era stata segnata da alti e bassi, ma in cui aveva sempre mantenuto la speranza di essere convocato.
“Quella serata ha segnato un punto di svolta“, ha riflettuto Joao. “Avrei voluto che quel gol cambiasse tutto, non solo per me ma per tutta la squadra“. La sua storia è quella di un atleta che, nonostante le difficoltà e le incertezze, continua a combattere per il proprio posto nel mondo del calcio. La ricerca di un’identità e di un riconoscimento è un tema ricorrente nella vita di molti calciatori, e Joao Pedro non fa eccezione. La sua esperienza ci ricorda che dietro ogni giocatore c’è un uomo con sogni, paure e desideri, che si confronta con il peso delle aspettative e la realtà di un mondo che può essere tanto affascinante quanto spietato.