
Cristiano Giuntoli Juventus Immagine | Ansa
L’esperienza di Cristiano Giuntoli alla Juventus è terminata con largo anticipo. La stagione negativa del club bianconero, salvata solo in extremis dalla stentatissima qualificazione alla prossima Champions League, ha pesato sulla decisione della dirigenza. Secondo quanto riportato da Torino la scelta è stata proprio di John Elkann, proprio prima della cerimonia di commemorazione del quarantennale della strage dell’Heysel.
Giuntoli: due anni deludenti e la scelta di Motta
Arrivato con l’idea di rifondare e rendere competitiva la Juventus, Cristiano Giuntoli ha deluso le aspettative e generato non poche tensioni. Una rosa rivoluzionata a suon di milioni di euro, tagliando i ponti con il passato in modo quasi chirurgico, allontanando tutti i fedelissimi di Max Allegri. Scelte che hanno lasciato in eredità il fallimento tecnico di Thiago Motta. Una scelta precisa di Giuntoli che gli si è ritorta contro. L’ex tecnico della Juventus (anche i risultati ottenuti dal Bologna con Italiano ne ridimensionano ulteriormente il profilo) si è rilevato inadeguato: non ha neanche chiuso la stagione lasciando in eredità una eliminazione ai play off di Champions League l’umiliazione dell’estromissione dalla Coppa Italia contro l’Empoli retrocesso a fine stagione, e una squadra al quinto posto, quindi fuori dalla zona Champions.
Quanti errori di valutazione: da Huijsen a Douglas Luiz
Nel mirino anche la gestione economica: nei suoi ultimi 12 mesi in bianconero, Cristiano Giuntoli ha speso più di 200 milioni di euro, quasi un terzo per Koopmeiners, (60 milioni), per arrivare alla metà con Douglas Luiz, sbarcato a Torino per 40 milioni e rivelatosi una delle peggiori delusioni degli ultimi anni. Nico Gonzales è stato pagato 33 milioni. Non sono stati, fra l’altro, gli unici errori da matita blu: la cessione di Huijsen al Bournemouth per 20 milioni di euro, rivenduto dal club inglese tre volte tanto al Real Madrid. L’addio di Kean è al limite accettabile, ma visto il rendimento alla Fiorentina, a 13 milioni l’affare è della Viola esattamente come Nicolussi Caviglia, che frutterà molto più dei cinque milioni spesi per il suo cartellino dal Venezia.
Svalutati e scontenti: il caso Vlahovic su tutti
Agli errori di valutazione si aggiungono anche quelli di gestione che hanno portato alla svalutazione di Vlahovic, messo immediatamente in discussione e destinato a lasciare Torino a più della metà degli 80 milioni necessari per strapparlo alla Fiorentina. Anche l’arrivo di Kolo Muani, praticamente un leasing, (pagato fra l’altro 5 milioni di euro) non è stato decisivo. Riassumendo: il primo anno trascorso a tagliare i rami della rosa innescando un’atmosfera da far west nello spogliatoio. Il secondo sbagliando valutazione sull’allenatore e larga parte di mercato. Quanto basta, agli occhi della proprietà, per interrompere il rapporto con ben tre anni di anticipo.