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Le cinque migliori finali di Coppa d’Africa tra squadre del Nord e del Centrosud

Venerdì sera Algeria e Senegal scenderanno in campo per la finale della Coppa d’Africa 2019. L’edizione con il maggior numero di partecipanti di sempre, ma che vede all’ultimo atto probabilmente le due squadre più forti del torneo. Due diversi modi di intendere e di vedere il calcio da due mondi vicini ma allo stesso tempo distanti. Tattico ed europeo quello nordafricano, più libero e fantasioso quello centrale, questi due stili hanno sempre diviso il continente e queste sono le cinque finali più emozionanti tra squadre del Nord e CentroSud Africa.

1) GHANA-TUNISIA 3-2 d.t.s. 1965
Il calcio ghanese è da sempre stato un’importante realtà africana nonostante dovette aspettare il 2006 per prendere parte al suo primo Mondiale. Nel 1965 arrivò in Tunisia da squadra campione in carica e tutti già pregustavano la finale con i padroni di casa che puntualmente arrivò. Le Aquile di Cartagine soffrirono contro il Senegal e pareggiarono 0-0 e le due larghe vittorie sull’Etiopia portavano le squadre a pari punti nel girone e a decidere del passaggio del turno sarebbe stata la monetina. La Tunisia vinse il sorteggio e approdò in finale dove la aspettava un Ghana schiacciasassi e dominatore e contro Congo-Léopoldville e Costa d’Avorio segnò ben nove gol in due partite. La finale di Tunisi fu emozionante e ricca di colpi di scena con il centrocampista Frank Odoi, che avrebbe avuto una lunghissima carriera negli Stati Uniti, assoluto protagonista. Una rete in apertura e quella decisiva nei supplementari, dopo che i padroni di casa avevano ribaltato la situazione con Chetali e Chaïbi e Kofi aveva mandato le squadre in parità al novantesimo, e il Ghana era per la seconda volta campione d’Africa.

2) EGITTO-CAMERUN 0-0 5-4 D.C.R. 1986
L’Egitto aveva vinto le prime due edizioni del torneo alla fine degli anni ’50, ma da allora era rimasto lontano dai vertici del calcio africano. L’opportunità di riscattarsi avvenne nel 1986 quando fu il paese organizzatore della competizione e stava nascendo una generazione che avrebbe portato alla qualificazione per Italia ’90. Il debutto contro il Senegal fu una bruciante sconfitta ma da lì in poi la squadra dell’inglese Mike Smith iniziò a ingranare arrivando fino in finale dove dovette affrontare il Camerun di Roger Milla, protagonista della competizione e capocannoniere con quattro reti. Allo stadio Internazionale del Cairo c’era la folla delle grandissime occasioni, ma la sfida non riuscì a decollare e si andò così ai calci di rigore. Il primo a sbagliare fu l’egiziano Abdou che venne stregato dal leggendario Thomas N’Kono, ma El Batal riportò subito la situazione in parità parando il tiro di M’Bida. I cinque rigori terminarono sul 4-4 e si andò dunque a oltranza. Kasem fece il suo, mentre Kana-Biyik, il futuro giustiziere dell’Argentina a Italia ’90, allargò troppo il piatto destro e la palla uscì regalando così un titolo all’Egitto che mancava da ben ventisette anni.

3) SUDAFRICA-TUNISIA 2-0 1996
Nel 1991 il Sudafrica aveva finalmente tolto la legge sull’apartheid e a livello sportivo fu un decennio d’oro per questa nazione. Nel 1995 vinse il Mondiale di Rugby e nel 1996 ospitò la Coppa d’Africa nella quale riuscì ad arrivare fino all’ultimo atto contro la Tunisia. Il Nord Africa aveva già creato problemi nel girone ai Bafana Bafana con l’Egitto che li aveva sconfitti a Johannesburg ma le vittorie su Algeria e Ghana avevano comunque portato alla finale. Più difficile la qualificazione dei tunisini che dopo un girone complicato erano dovuti andare ai rigori per eliminare il Gabon prima dell’ottima semifinale con lo Zambia. Al Soweto Soccer City di Johannesburg con ottantamila persone e Nelson Mandela sugli spalti il Sudafrica non poteva fallire. L’eroe di giornata fu Mark Williams che realizzò in due minuti una doppietta dopo una partita molto ruvida e molto complicata. La generazione d’oro sudafricana stava vivendo il suo momento migliore e la vittoria in Coppa d’Africa fu la più grande soddisfazione.

4) EGITTO-SUDAFRICA 2-0 1998
In Burkina Faso il Sudafrica era chiamato a difendere il titolo conquistato due anni prima ma non avrebbe più avuto una nazione a spingerla verso il successo. Non c’era più nemmeno il suo condottiero Barker in panchina rimpiazzato da Jomo Somo. Nonostante ciò riuscì a conquistare meritatamente la finale trascinata da un super McCarthy che realizzò sette reti e i Bafana Bafana non persero mai arrivando così in finale ancora contro una nordafricana, questa volta contro l’Egitto. Anche i ragazzi di El Gohary avevano un trascinatore e quel qualcuno era Hossam Hassan e anch’egli realizzò sette reti e a Ouagadougou tutti aspettavano la sfida tra i due grandi bomber. Nessuno dei due però andò a segno ma dopo soli tredici minuti i Faraoni chiusero i giochi. Un tiro da fuori di Ahmed Hassan e uno schema su punizione concluso da Mostafa diedero il 2-0 che risultò irrecuperabile per il Sudafrica che dovette così cedere il suo scettro di campione continentale.

5) CAMERUN-EGITTO 2-1 2017
Héctor Cúper è sempre stato visto come l’uomo delle grandi imprese sportive ma incapace di concludere in maniera positiva. Nel 2015 decise di accettare la proposta egiziana e allenare la nazionale dei Faraoni e nel 2017 in Gabon riuscì a portare la squadra in finale. Un ottimo girone iniziale, una vittoria nel finale contro il Marocco e una qualificazione soffertissima ai rigori contro il Burkina Faso, così l’Egitto era riuscito ad arrivare in finale. Il suo avversario sarebbe stato il Camerun che aveva avuto un cammino simile. I rigori questa volta erano stati decisivi nei quarti contro il Senegal mentre i minuti finali nel penultimo atto contro il Ghana. A Liberville fuochi d’artificio e un grande pubblico avevano accolto le due squadre che diedero un grande spettacolo. Elneny portò in vantaggio i nordafricani sorprendendo sul suo palo Ondoa ma la ripresa fu tutta degli “Indomabili leoni“. Un colpo di testa di N’Koulou pareggiò i conti e quando ormai i supplementari sembravano alle porte fu Vincent Aboubakar a inventarsi un gol favoloso e a lasciare pietrificato El Hadary per la rete che riportava il titolo in Camerun dopo ben quindici anni, mentre per Cúper si trattava dell’ennesima delusione.

Francesco Domenighini

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