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Le radici di Krzysztof Piątek

Sono solo due i campi da calcio a Dzierżoniów, in Bassa Slesia, e di questi due uno è in sintetico. In questa zona della Polonia il pallone è calciato quasi marginalmente, tant’è vero che per certi versi gli sport preferiti sono il nuoto e le bocce. Curioso dunque che sia proprio da questa cittadina, 33mila abitanti e la distruzione patita durante la guerra dei trent’anni, che sia sbocciato Krzysztof Piątek. Un predestinato, a detta di tutti ma specialmente secondo Michał Probierz che lo allenò a Cracovia: Varrà presto 30 milioni di euro, quando dissi che Lewandowski sarebbe stato conteso da grandi club ero deriso, e ora dico lo stesso di Piątek”. Da quelle dichiarazioni a oggi ne sono passati di mesi, e lo scettro di giocatore più costoso uscito dal KS Cracovia è sempre nelle mai di Bartosz Kapuska, pagato 5 milioni dal Leicester, uno in meno di quello che il Genoa ha speso per Krzysztof. “È simile a Robert, ma se non usa il suo talento si rovinerà da solo. Tutto dipende da lui”.

Il primo che ha attribuito a Piątek l’etichetta di “nowego Lewandowskiego”, più familiarmente “nowy Lewy”, è stato proprio Michał Probierz. Grossomodo era il giugno 2016, quando il diretto interessato però si lamentava: “Muszę być bardziej skuteczny”, ovvero “devo essere più efficace”. Un po’ come quella volta in cui, nel novembre 2017, polemizzò col tecnico che lo aveva accusato di avere un comportamento non professionale: “Raramente critico un giocatore in pubblico, ma non ho scelta. Lui agita troppo le braccia, porta rancore, non è giusto visto che è il capitano della squadra”. In quell’occasione, il 22enne accettò le osservazioni del mister e, al 71′ della partita successiva, contro il Lechia Gdańsk, segnò un gran gol: “In ogni partita voglio dare il 100%, ha ragione perché i miei gesti non sono necessari. Se offendo qualcuno col mio comportamento mi dispiace, non posso fare robe simili anche perché sono il capitano della squadra.

Krzysztof, il polacco più prolifico di Lotto Ekstraklasa (21 reti, dietro agli spagnoli Carlitos del Wisła Cracovia, a 24, e Igor Angulo del Górnik Zabrze a 22), non è però andato al Mondiale. Chissà a conti fatti come sarebbe andata con lui – la Polonia è stata sul podio delle peggiori delusioni in Russia – pure se la scelta di Nawałka l’aveva metabolizzata con successo: “C’è molta concorrenza davanti, rispetto la decisione del ct”. Sei gol alla prima stagione nella Serie A polacca, poi 12 alla seconda e 21 alla terza. Crescita importante, ma a descrivere il picco basta segnalare che dall’agosto 2016, quando passò al KS Cracovia dal Zagłębie Lubin, ha finora segnato 31 gol in 62 presenze. Media importante, tanto che il suo contratto l’avrebbe legato ai Pasy biancorossi fino al 2020 ma non è stato affatto rispettato. Troppo chiare le sue potenzialità per evitare gli sguardi dall’estero, così Janusz Filipiak, il presidente del club della capitale, a un certo punto ha smesso di forzare la permanenza di Piątek e s’è arreso. Questo sebbene Krzysztof fosse arrivato vicinissimo al record societario messo a segno nel 1948 da Stanisław Różankowski, settant’anni prima, con 24 marcature stagionali. Da leggenda a leggenda.

Ma, anche, dal club più antico di Polonia al corrispettivo d’Italia. Il Klub Sportowy Cracovia nacque il 13 giugno 1906, ben dopo il 7 settembre 1893, data di nascita del Grifone. In ogni caso a Piątek piace non solo vivere la storia ma pure scriverla: il 29 aprile 2018, nel 4-2 inflitto dal KS Cracovia al Bruk-Betem Termalicą Nieciecza, Krzysztof ha messo a segno la sua prima tripletta in carriera, con una distanza di 11′ tra prima e terza rete. L’11 agosto 2018 s’è regalato un poker, il primo mai segnato in Coppa Italia in tutta la gloriosa storia del Genoa, con quattro esultanze distanziate da soli 38′.

Dopo aver messo piede in Europa League (6 caps) e nelle giovanili Under 20 e Under 21 del suo paese (17 presenze, 3 reti), ora Krzysztof Piątek vuole prendersi la Serie A. Ha cominciato col piede giusto, con pistole fumanti saldamente in mano, mentre dalla Polonia la stampa trovava a stendo le parole. “Rewelacyjny” l’hanno descritto (“sensazionale“), azzardando un “Może przebić Bońka“, ovverosia “può battere Boniek“. Nel frattempo Krzysztof, sognando di far meglio di Lewandowski come già Probierz s’era augurato, lavora e incassa i complimenti. Se lo hanno chiamato “królem lata“, il re dell’estate, un motivo in fondo ci sarà.

Matteo Albanese

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