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Lucas Pratto, perché il ‘Cammello’ è diventato ‘Orso’

‘Modo Oso’ in Argentina è una delle tendenze principali sui social. Scorrendo le immagini postate con il relativo hashtag capiterà di vedere tanta gente ritratta con le braccia conserte: sarebbe la maniera dell’orso, anche se in realtà il paragone suona un po’ strano finché non si riallaccia il tutto con lo sfondo calcistico. La maggior parte delle persone in quelle foto avranno certamente la maglia del River Plate perché questa moda così stravagante deve tutto a Lucas Pratto, uno degli eroi della finale di Madrid.

In quella partita ha fatto uno dei tre gol, esultando così, con le braccia incrociate. Era una richiesta esplicita della figlia, che desiderava che il padre festeggiasse in questa maniera un gol: e visto che il soprannome di Lucas Pratto è El Oso, da lì è scoppiato il #ModoOso.

Un attimo però. Nella sua esperienza in Italia, non particolarmente positiva con la maglia del Genoa, Pratto era arrivato col soprannome di Cammello. Tutto regolare sì, nessun imbroglio: la trasformazione è arrivata al momento del suo ritorno in Argentina con la maglia del Vélez.

Da piccolo lo chiamavano Tanque per via della sua potenza fisica, soprannome tra i più comuni per gli attaccanti di quella stazza. Nei primi articoli scritti invece sui giornali argentini, quando ancora era nelle giovanili del Boca Juniors, venne chiamato anche “El Pichón de Palermo“, il Piccione di Palermo, il quartiere di Buenos Aires da dove veniva. E pensare che c’era in squadra uno soprannominato El Oso, ma non era lui.

Poi arrivò in Italia come El Camello, per via della sua schiena un po’ ingobbita. Ma questo soprannome non gli piaceva particolarmente e così, al suo passaggio al Vélez, si trasformò in Orso: il radiocronista Pato Mahón, sapendo del rifiuto verso l’appellativo di cammello, iniziò a chiamarlo di nuovo Tanque, ma dopo un confronto con altri giornalisti locali si accorse che non era l’apodo adatto a lui. Meglio improvvisare e andare a simpatia: quasi per scherzo lo chiamò El Oso, quello che sì era la maniera perfetta per parlare di lui.

Per la potenza fisica, per la determinazione, ma soprattutto per la maniera di mettere la testa in avanti mentre corre non c’era miglior termine per descriverlo. Anche in Brasile mantenne quel soprannome, diventando ‘Urso’ in portoghese. Ora segna, vince e fa scoppiare le mode, tanto che la sua esultanza sarà disponibile anche nel principale videogioco calcistico del prossimo anno. Tutti pazzi per il Modo Oso, anche se in Italia ci si ricorderà solamente del Cammello.

 

 

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Simone Gamberini

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