
Luciano Spalletti in conferenza stampa a Coverciano Immagine | Ansa
L’esonero era nell’aria, ed è arrivato. Luciano Spalletti è stato sollevato dall’incarico di Commissario Tecnico della Nazionale. L’annuncio è arrivato dal diretto interessato in conferenza stampa, prima della sfida con la Moldova.
Un esonero già scritto: decisione unilaterale
La figuraccia di Oslo è stato il punto di non ritorno. Troppo pesante il passivo, anche per come è maturato. Al netto del risultato, è stato l’atteggiamento in campo ad accelerare la decisione di una federazione terrorizzata dall’idea di non centrare, per la terza volta consecutiva, la qualificazione al mondiale. Eventualità, fra l’altro, resa possibile dalla quasi certa partecipazione agli spareggi, dopo il ko rimediato in Norvegia. Dunque prima che la nave affondi e si porti via equipaggio e armatore, si è deciso di sostituire il capitano. Una scelta che Spalletti non ha preso benissimo. Si sentiva in grado di continuare con questo gruppo e di centrare l’obiettivo. L’ha detto anche al presidente Gravina nel confronto che ha anticipato la decisione, ma evidentemente gli argomenti non sono stati sufficienti per convincere il presidente federale.
Fra delusione e la presa di responsabilità
Si è parlato di screzi, scarso feeling con i calciatori, addirittura di tradimenti. Fra il commissario tecnico e la federazione non sono volati gli stracci. Ci sarà la risoluzione del contratto, ma non è una questione di soldi. Spalletti è deluso da sé stesso, nonché profondamente amareggiato. La decisione unilaterale è stata accettata più con dispiacere che con disappunto. Resta da capire se sia la decisione migliore per la nazionale. L’unica certezza è che anche con Luciano Spalletti si sarebbe arrivati comunque ai play off. Dunque è legittimo pensare che il panico abbia preso il sopravvento anche in virtù del passo indietro contro la Norvegia che ha fatto riaffiorare i fantasmi di un passato da non rivivere.
Spalletti e la Nazionale, un progetto mai decollato
Al netto di sensazioni e sentimenti quello fra Luciano Spalletti e la Nazionale resta un progetto mai realmente decollato fra cambi di modulo e soprattutto, il poco tempo a disposizione per incidere come ha sempre fatto nella sua carriera. Il commissario tecnico è un ruolo diverso, non aderente alle caratteristiche di Luciano Spalletti, straordinario nel trovare idee e soluzioni lavorando quotidianamente sul campo. In Nazionale non è stato possibile avere queste possibilità e i nodi sono venuti al pettine con le difficoltà nel trovare continuità di risultati. Europei conquistati e falliti, una Nations League incoraggiante e una pesantissima falsa partenza nella corsa verso i Mondiali. Non sono stati anni facili, si chiuderanno, è la speranza, con una vittoria con la Moldova.