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Manuel Pellegrini e il Betis europeo

Dopo tre anni il Real Betis si qualifica nuovamente per l’Europa League. Con un mercato attivo praticamente solo in uscita, che ha visto arrivare a Siviglia soltanto 4 giocatori a titolo gratuito, il vero acquisto i verdiblancos lo hanno fatto in panchina. Manuel Pellegrini ha cambiato il volto del Betis, trascinando la squadra andalusa al sesto posto in classifica e centrando un obiettivo che sembrava ormai irraggiungibile dopo l’addio di Setien.

È servito del tempo per superare quei limiti mentali che erano ormai diventati caratteristici di Joaquin e compagni, ma la pazienza del tecnico cileno ha portato i tifosi a festeggiare, restituendogli una posizione di classifica che gli appartiene, vista la qualità della rosa.

Il 9 luglio di un anno fa Manuel Pellegrini viene presentato come allenatore del Real Betis per la stagione 2020-21. La Liga si deve ancora concludere (causa covid) e i verdiblancos hanno appena conquistato un’amara salvezza matematica grazie alla vittoria per 3-0 contro l’Osasuna. Ne mancano tre, ma il Betis stacca la spina perdendole tutte e chiudendo al quindicesimo posto con soli 41 punti.

Un anno dopo i punti sono 61 e la posizione è la sesta, ma per scalarne nove e conquistare venti lunghezze in più il percorso è stato tutt’altro che lineare. Al Benito Villamarín i volti veramente nuovi sono quelli di Claudio Bravo, Victor Ruiz, Miranda e Montoya. Dei nomi che non permettono di sognare: un portiere e un difensore esperti, una giovane promessa e un’ex promessa diventata un’abitudine della Liga (entrambi terzini).

L’inizio è del solito Betis: sette sconfitte nelle prime undici, 32 gol subiti nel girone d’andata e, nonostante questo, soltanto quattro punti di distanza dalla Real Sociedad. La squadra di Pellegrini è instabile, incapace di pareggiare (soltanto due gli X nella prima metà di campionato) e ha una fragilità che la rende la peggior difesa della Liga dopo diciannove giornate. A gennaio però qualcosa scatta.

Es para levantarle una estatua a este grupo, que luchó con mucha credibilidad y hemos terminado cuatro meses con dos derrotas en 25 partidos ante Barcelona y Sevilla donde merecimos más. (Pellegrini a Marca)

Nel girone di ritorno il Betis perde soltanto due gare, contro Barcellona e Siviglia, ferma sul pareggio l’Atletico campione e il Real Madrid, e si impone in trasferta sui rivali diretti del Villarreal. Non ci sono cambi evidenti di modulo, Pellegrini conferma il 4-2-3-1, ma con alcuni interpreti nuovi.

In porta si dividono perfettamente a metà il lavoro e i gol incassati Joel Robles e Claudio Bravo (complice anche l’infortunio di quest’ultimo), ma è l’ex City il titolare nella parte finale di stagione. Nella linea a quattro il canterano del Barça Miranda sostituisce spesso un Alex Moreno non molto affidabile, mentre al centro della difesa il ritorno del lungodegente Bartra permette a Pellegrini di mettere in panchina Aissa Mandi, promesso sposo del Villarreal a zero. I cambi più evidenti però arrivano nel reparto offensivo e sono tre: Andrés Guardado, Aitor Ruibal e Borja Iglesias.

  • Andrés Guardado. A 34 anni, dopo essere stato messo un po’ da parte, torna determinante. Schierato in mediana a due con il distruttore Guido Rodriguez, detta tempi e ritmo del gioco del Betis che, con lui in cabina di regia, migliora tantissimo nel controllo della gara e nella gestione del possesso.

 

  • Aitor Ruibal. Ha 10 anni in meno rispetto al messicano ed è in un momento completamente diverso della carriera. La sua è una storia di gavetta, tra Segunda B, Segunda e Liga, prima di guadagnare una chance da protagonista con Pellegrini. La personalità lo ha portato a scegliere il 24, non un numero banale da quelle parti, la duttilità a ricoprire tutte le posizioni dell’attacco e offrire una dose importante di corsa in entrambe le fasi.

 

  • Borja Iglesias. Il più migliorato nella seconda parte di stagione (insieme a Fekir). El Panda è tornato a fare gol, gli è bastato un girone per andare in doppia cifra e migliorare la media della pazzesca stagione con la maglia dell’Espanyol.

Non ne abbiamo parlato molto nell’articolo, ma gli uomini copertina di questo fantastica stagione del Betis sono stati senza dubbio Sergio Canales e Nabil Fekir. Pellegrini gli ha affidato le chiavi del reparto offensivo verdiblanco e loro lo hanno ripagato con 13 gol, 12 assist e innumerevoli giocate che non finiranno in nessuna statistica. Nell’ultima conferenza dopo Celta Vigo – Real Betis, Pellegrini ha sottolineato l’importanza di vincere quella gara indipendentemente dal risultato del Villarreal.

Y por la manera en cómo lo logramos porque si hoy perdemos y nos clasificamos porque el Villarreal perdió, la sensación no hubiera sido la misma. Este grupo siempre creyó en lo que teníamos que hacer. Dar la vuelta a un 2-0 y terminar con uno menos refleja el espíritu que hay en el plantel. (Pellegrini a Marca)

Noi sottolineiamo ancora una volta il cambio di atteggiamento del Betis e il gol, carino, con cui Nabil Fekir ha regalato a Pellegrini gli ultimi tre punti di questa fantastica Liga.

Per l’anno prossimo ci saranno novità e il Betis sta programmando già da ora. Mandi è andato via dopo cinque anni, Joaquin ha rinnovato per un’altra stagione e giocherà fino a 40, Emerson andrà al Barça. Un’estate bollente in cui i verdiblancos dovranno rinforzare la rosa per conquistare ancora un posto in Europa.

Francesco Castorani

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