
Christian Pulisic con la maglia del Milan | ANSA / MATTEO BAZZI - Footbola.it
Milan-Bologna è l’ultima chiamata per salvare l’onore di una stagione che ha tradito i sogni. Saccardo: “Un altro trofeo servirebbe al cuore, più che alla bacheca”
A Roma, questa sera, si gioca per una coppa. Ma anche per qualcosa che nessuno potrà mai sollevare sotto la curva: la possibilità di uscire a testa alta da una stagione grigia.
Il Milan ha vissuto mesi complicati, di scelte sbagliate, cambi di rotta, tensioni interne. Una Supercoppa Italiana vinta in modo rocambolesco non basta a nascondere il fatto che, per larghi tratti dell’anno, abbiamo smesso di riconoscerci.
Questa finale contro il Bologna non è solo una finale. È uno specchio. Una prova. Un’occasione per dire al mondo – e forse prima di tutto a noi stessi – che il Milan non si è arreso. Che può ancora alzare la voce, anche se non ha più fiato. Che può ancora vincere, anche quando non incanta.
L’occasione per salvare qualcosa, se non tutto
Chi guarda la classifica lo sa: il cammino europeo non è garantito. Le combinazioni sono complicate, le giornate rimaste poche. Ecco perché questa Coppa Italia pesa come un’ancora. Ci salva da un’eventuale estate da comparse. Ci restituisce l’accesso all’Europa. E, cosa forse più importante di tutte, ci restituisce un’identità.
Ho criticato spesso questa squadra, e non smetterò di farlo. Perché troppe volte ha indossato la maglia del Milan come fosse una qualsiasi. Ma stasera, all’Olimpico, c’è una possibilità concreta di ridare senso a tutto questo. Non per dimenticare, ma per ripartire.
Il Bologna è più fresco, più sereno, più armonico. Ma noi, anche in questo caos, abbiamo qualcosa in più: una storia che ci spinge da dietro, e una fame che – se non è calcistica – deve essere almeno umana.
Giocare per chi non si è arreso
Voglio vedere in campo gente che ci crede. Che corre, che soffre, che morde. Non importa se la palla non gira, se la gamba trema. Importa che lo spirito non manchi. Perché io sono stanco di vedere Leao e Theo brillare solo a intermittenza. Stanco di una squadra che ha talento ma che se lo dimentica troppo spesso. Stanco di un Milan che non fa paura.
Stasera, contro il Bologna, non ci si gioca solo una coppa. Ci si gioca la possibilità di chiudere una stagione piena di rimpianti con almeno un’ultima pagina da rileggere.
E se proprio deve essere addio per qualcuno, che almeno sia con la testa alta.
Onore, più che gloria
Chi vincerà alzerà un trofeo. Ma chi perderà dovrà convivere con la sensazione di aver perso l’ultima occasione. Io non so se questo Milan meriti di vincere. Ma so che deve provarci con tutta l’anima che ha.
Non per salvare le statistiche. Ma per salvare l’onore.
E anche se non sarà abbastanza per dimenticare questa stagione, potrebbe essere sufficiente per cominciare a perdonarla.