
Massimiliano Allegri Immagine | Ansa
Napoli è pronta per un fine settimana che non scorderà facilmente. Fra pochi giorni, a meno di clamorose sorprese, festeggerà il secondo titolo in tre anni e poi svelerà il nome del successore di Antonio Conte. A Napoli circola un solo nome: quello di Max Allegri.
Allegri, una scelta di continuità
Allegri è una scelta, per certi versi, di continuità e anche abbastanza collaudata. La stessa Juventus, quando Conte ha lasciato la panchina bianconera all’improvviso, ha continuato a vincere affidandosi al tecnico livornese che oltre a vincere cinque scudetti, ha anche sfiorato due volte la Champions. De Laurentiis non pretende evidentemente tanto, sebbene lo sogni, ma certamente non vorrà ripetere gli errori del dopo Spalletti. Il presidente non vuole affidarsi a delle scommesse e non si farà trovare impreparato. Ecco perché vuole in panchina un allenatore che sia in grado, se non di vincere, comunque di garantire continuità di rendimento. Con queste premesse appare quasi naturale che Allegri sarà, con ogni probabilità, sulla scia della prosecuzione di un progetto tecnico anche inteso come filosofia di calcio, il successore del tecnico leccese.
Antonio Conte, un addio scritto da diverso tempo
L’addio di Antonio Conte è nell’aria da tempo. Paradossalmente, quella con il Parma potrebbe essere stata l’ultima sulla panchina del Napoli perché l’attuale allenatore è stato espulso quindi non sarà a bordo campo nella sfida decisiva contro il Cagliari. Il contratto, in teoria, scade nel 2027, ma la sensazione è che la storia si sia già esaurita. Nessuno si aspettava un Napoli in grado di tornare a vincere il titolo e Conte e De Laurentiis sono consapevoli di un successo arrivato al di là dei limiti di una squadra costruita per arrivare a essere competitiva e non per vincere. Il titolo, inaspettato, porta con sé sì la soddisfazione della vittoria da underdog, ma anche la sensazione di aver compiuto un miracolo sportivo e quella di non poter andare oltre. In sintesi, avendo entrambi tutto da perdere il prossimo anno, meglio lasciarsi.
Il richiamo di Torino, una sfida affascinante
Ultimo ma non ultimo, c’è il richiamo della “sua” Juventus, che dopo diverse stagioni all’insegna della mediocrità è a caccia di rilancio. Lo scenario è sfidante ma anche parecchio invitante: Conte, a differenza della sua prima esperienza a Torino, tornerebbe sulla panchina bianconera da allenatore pluridecorato e, dunque, avrebbe carta bianca. Fra l’altro, anche a Torino ha tutto da guadagnare perché arriverebbe dopo anni di insuccessi. In sintesi: nessuno gli chiede di vincere, anche se con ogni probabilità la Juventus, complice un mercato ambizioso (girano da tempo i nomi di calciatori come Osimhen e Tonali, elementi in grado di spostare eccome gli equilibri in serie A, con il tecnico leccese alla guida, pretenderà un campionato di vertice. Toccherà a Conte trasformare, come spesso gli è accaduto in carriera, una squadra da podio in una da scudetto.