
Gattuso e De Rossi Immagine | Ansa
CT cercasi per salvare le sorti di una nazionale caduta in disgrazia dopo il ko di Oslo, l’esonero di Spalletti, la prova incolore con la Moldova, il “no” di Claudio Ranieri e il “forse” di Pioli. Quanto basta e avanza per rimescolare le carte alla successione di Luciano Spalletti. Escluso, sino a prova contraria, Roberto Mancini per una ferita ancora non sanatasi dopo le dimissioni del 2023, nelle ultime ore si è fatto largo il nome di Gennaro Gattuso, Fabio Cannavaro e Daniele De Rossi. I “ragazzi” del 2006.
Gattuso, un forte legame con l’azzurro
Gennaro Gattuso è un allenatore apprezzato a qualsiasi latitudine: 73 presenze con l’Italia da calciatore, un titolo di Campione del Mondo nel 2006. Si è arrampicato, per sua stessa ammissione, a mani nude sino alle vette del calcio, incarna come pochi messaggio e significato della maglia azzurra. Non ha alcun passato come selezionatore ma non essendo un giochista si può adattare a un lavoro che non richiede un impegno quotidiano sul campo. A suo vantaggio, anche una discreta esperienza internazionale: ha allenato in Spagna (Valencia), Francia (Olympique Marsiglia) e ha sufficiente confidenza anche con il calcio italiano di un certo livello avendo guidato il Milan e vinto con il Napoli una Coppa Italia.
Le alternative: Fabio Cannavaro, capitano e comandante
Una delle alternative è Fabio Cannavaro, capitano di quella squadra straordinaria capace di vincere un Mondiale. Reduce da esperienze poco positive in panchina, ma, come ha potuto constatare anche l’ex CT Luciano Spalletti, selezionare i calciatori ed averli per una settimana ogni tre quattro mesi è un altro sport. Cannavaro, come curriculum, non ha bisogno di particolari presentazioni: ha alle spalle una carriera straordinaria da calciatore che incuterebbe rispetto al limite del timore e troverebbe in Gianluigi Buffon, che ha avuto come compagno di squadra e di “banco” in azzurro, a Parma e Torino (sponda Juventus) la spalla ideale per lavorare e compattare il gruppo.
Daniele De Rossi, il ritorno da allenatore in nazionale
Quello di Daniele De Rossi è una candidatura calda ma che può prendere quota solo a determinate condizioni. Per il diretto interessato sarebbe un ritorno in azzurro. L’ex allenatore della Roma, dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, è entrato a far parte dello staff di Roberto Mancini ed è stato l’uomo spogliatoio, insieme a Gianluca Vialli, della spedizione di Euro 2021, conclusa sollevando la Coppa a Wembley. Rispetto a Gattuso e Cannavaro, De Rossi ha un profilo diverso nell’approccio all’idea di calcio, legata più alla ricerca del gioco che dunque richiede maggiore tempo per essere assorbita dai calciatori. Sarebbe l’ideale per aprire un ciclo, meno per salire in un treno in corsa e con alta possibilità di deragliare.