
Luciano Spalletti Immagine | Ansa
Luciano Spalletti non è più l’allenatore della Nazionale. Il tecnico toscano, come ha spiegato in conferenza, è stato sollevato dall’incarico. Andrà regolarmente in panchina contro la Moldova, poi lascerà. A settembre, dunque, l’Italia avrà un nuovo allenatore. La spinta nazionalpopolare è tutta per Claudio Ranieri ma ci sono anche altri candidati in corsa.
Claudio Ranieri, l’uomo dei miracoli
L’identikit dell’allenatore navigato porta dritto al nome di Claudio Ranieri. È il primo nome nella lista di Gabriele Gravina, ma l’ex allenatore della Roma ha un legame molto forte con la proprietà giallorossa e sarebbe in grossa difficoltà nel lasciarla. Ranieri è comunque la figura perfetta: difficile che rinunci alla Roma, ma è altrettanto complicato dire di “no” alla prospettiva di chiudere una straordinaria carriera con la possibilità di guidare la Nazionale a giocarsi il Mondiale. Fra l’altro, sarebbe la scelta ideale anche dal punto di vista tecnico: è un grande conoscitore di calcio e come nessuno in grado di compattare il gruppo e ottenere risultati immediati anche di fronte a montagne da scalare.
Pioli, il grande favorito alla successione di Spalletti
Stefano Pioli è il grande favorito per la successione. È libero da impegni, ha abbastanza esperienza a livello internazionale, ha una certa elasticità nella gestione dei rapporti, non è un dogmatico ed ha sempre avuto una grande empatia con il gruppo. Nelle vesti di “aggiustatore”, fra l’altro, si è sempre disimpegnato molto bene. Entrato in corsa alla Lazio prima e al Milan poi, ha centrato risultati importanti. In rossonero, ha addirittura vinto lo scudetto. Ha però, di fondo, lo stesso limite di Luciano Spalletti. È un ottimo allenatore di campo, non è un selezionatore: ha bisogno di un lavoro quotidiano con la squadra per incidere e a un CT, per ovvi motivi, non è permesso.
Gli outsider: Mancini e gli ex Campioni del Mondo
E poi ci sono gli underdog. Roberto Mancini tornerebbe di corsa, ma non succederà: questione di rapporti interni, ancora piuttosto freddi. L’ex commissario tecnico ha ammesso l’errore, ma non sarà con ogni probabilità non sarà sufficiente per tornare in azzurro. Gattuso e Cannavaro hanno sufficiente esperienza in panchina ma la sensazione è che non convincano pienamente la dirigenza, esattamente come l’opzione legata a Daniele De Rossi. Nessuno mette in dubbio le qualità dei Campioni del Mondo del 2006, ma l’idea della FIGC è di affidarsi a un conducente esperto, in grado di reggere la pressione delle sfide senza un domani e, con ogni probabilità, di gestire il percorso degli spareggi che sembra ormai inevitabile dopo la figuraccia in Norvegia.