Che servisse una grande impresa al Club Brugge per uscire con un risultato pieno dallo Stadio Louis II di Monaco era indubbio, ma che un gigante di 194 centimetri di nome Hans Vanaken potesse rendere il tutto una passeggiata, ha sorpreso tutti. Proprio la longilinea seconda punta (per l’occasione arretrata sulla linea dei trequartisti) belga infatti è stata l’ago della bilancia nella contesa disputatasi in Francia tra le due squadre fanalino di coda del gruppo A di Uefa Champions League terminata 0-4, sfruttando le disattenzioni difensive concesse da un Monaco sbilanciato in fase offensiva. Vanaken è sicuramente una delle stelle della Jupiler Pro League, giocatore in grado di spaziare nella metà campo e nella trequarti offensiva con grande dimistichezza, unendo alla grandi doti fisiche, l’utilizzo più che discreto di entrambi i piedi, prediligendo per la forza il sinistro.

Proprio in Jupiler Pro League quest’anno Vanaken è anche più decisivo degli scorsi anni, riuscendo ad essere insieme a Voormer il creatore di gioco nella trequarti avversaria, ed il fulcro del gioco sicuramente meno mobile rispetto al giovane Wesley. Proprio Lek0 ha sottolineato la sua duttilità, data soprattutto dal tempo di inserimento in area di rigore valsagli la nomea di pericolo costante per le grandi dote aeree: Vanaken ha timbrato infatti 5 reti di cui 3 di testa in campionato, ma non è affatto privo della generosità che contraddistingue le seconde punte; 8 sono gli assist in stagione (9 se contiamo anche la Supercoppa Belga) che ne fanno uno dei migliori assist-man del panorama europeo.

Vanaken ha mostrato tutto ciò stasera, nello 0-4 del Club Brugge contro il Monaco di Henry, una vittima con cui il gigante belga ha dolcissimi ricordi, come l’unica presenza in Nazionale datata 7 settembre 2018, dove l’allora vice allenatore del Belgio, gli ha permesso di esordire con quella maglia tanto desiderata, facendolo entrare nel giro di Roberto Martinez. Henry è stato distrutto soprattutto sui fianchi da Vanaken, in grado di riuscire a creare una supremazia fisica a centrocampo, sul malcapitato Tielemans (ex conoscenza del calcio belga, cresciuto nei rivali dell’Anderlecht), e aprire subito il gioco sulle fasce dove partono le azioni del primo gol (perfetto l’inserimento di Vanaken dietro il primo difensore) e quella del secondo dove su un passaggio arretrato confeziona il tiro che vale il calcio di rigore.

Vanaken ha rimescolato ancora di più le carte in un girone che sembrava già scritto sulla carta, e dato una possibilità al Club Brugge di lottare seriamente per un posto in Europa League, estromettendo un Monaco ancora troppo acerbo dalla guida tecnica di un giovane ma talentuoso allenatore come Thierry Henry.