Manchester City-Liverpool, i giocatori che hanno indossato entrambe le maglie

È il giorno di Manchester City – Liverpool, la gara di ritorno dei quarti di finale di Champions League che si giocherà all’Etihad Stadium, nella parte blu di Manchester. Guardiola deve ribaltare la sconfitta più pesante della stagione: il 3-0 incassato nei primi trenta minuti di Anfield. Il Liverpool, inizialmente sfavorito, ora è a un passo dalla qualificazione alle semifinali di Champions, che mancano ai reds esattamente da 10 anni. Merito di Klopp, che si conferma bestia nera di Guardiola negli scontri, ma soprattutto merito di Momo Salah, il calciatore più forte della Premier League (al momento). La gara di ritorno sarà bellissima perché se c’è una squadra che in questa competizione può subire una rimonta, quella squadra è proprio il Liverpool; e se invece ce ne è una che può ribaltare un parziale così pesante, è proprio il City di  Guardiola.

Lasciamo da parte gli aspetti tattici di questa gara e guardiamoci indietro. Liverpool e City non sono mai state due grandi rivali in Inghilterra. I reds e i citizens hanno un nemico comune: il Manchester United. Dunque non è raro trovare un calciatore che abbia indossato le maglie di Liverpool e Manchester City. Noi ne abbiamo scovati ben 16!

Matt Busby

Si dice Busby, si legge Manchester United. L’allenatore ed ex calciatore, deceduto nel 1994, è un’icona dei Red Devils, con i quali ha trionfato dalla panchina. Era lui quello dei Busby Babes”, di Bobby Charlton e Duncan Edwards, sempre lui l’allenatore in occasione del disastro aereo di Monaco di Baviera nel 1958.

Tuttavia Sir. Matt non è stato legato per tutta la sua carriera al Manchester United. Ha iniziato a calcare i campi di calcio nel 1928 con la maglia del Manchester City con la quale ha vinto una Fa Cup nel 1934. Due anni dopo si tinge di rosso per indossare la casacca del Liverpool e, a interrompere una carriera lunga solo 12 anni, è la seconda guerra mondiale.

Robbie Fowler – The God

Robbie Fowler è uno dei calciatori più iconici della storia del Liverpool, inserito tra le 100 leggende della storia dei reds. Un attaccante predestinato strappato da giovanissimo all’Everton per scrivere la storia della squadra più vincente di Liverpool, sua città natale. Cresciuto sulle orme di Ian Rush, qui lo vediamo in una sua esultanza storica nella quale finge di sniffare la riga di fondo campo, per respingere le accuse di chi lo criticava per abuso di droga. Gli ultimi anni al Liverpool sono stati condizionati dall’infortunio al legamento del ginocchio che ha frenato la sua consacrazione e contribuito all’ascesa del giovane Micheal Owen. Dopo aver abbandonato Liverpool si è accasato al Leeds United e poi al Manchester City, ma i continui infortuni però non gli hanno permesso di brillare in questi due club, con i quali non ha mai raggiunto i livelli di Liverpool.

Steve McManaman

Amico intimo di Fowler sia dentro che fuori dal campo, McManaman è stato uno dei calciatori inglesi più forti di sempre. Abbreviato in “Macca” dalle parte di Liverpool, lui si è distinto per le sue grandi abilità tecniche e le sua passione per il dribbling. Non ha segnato tanto in carriera, ma si è dimostrato un eccellente assistman (142 in 364 con i reds). Ha amato il Liverpool, ma è riuscito a realizzare anche il suo sogno di giocatore in una grande squadra europea. Dopo 10 stagioni con i reds, si è trasferito a Madrid, nel Real dei galacticos, uno dei più forti di sempre. Due Champions League, due Campionati Spagnoli, una Supercoppa di Spagna e una Europea lo hanno trasformato nel calciatore inglese più vincente all’estero. Si è ritirato a 33 anni dopo due stagioni al Manchester City, dopo lo scandalo sessuale che ha coinvolto lui e Fowler.

Abbiamo trattato di tre figure calcistiche che hanno scritto a loro modo la storia di Liverpool (soprattutto), Manchester City e nel primo caso anche Manchester United. Prima di passare ai calciatori ancora in attività citiamo brevemente gli altri che hanno indossato entrambe le maglie: Nigel Clough (figlio del leggendario Brian), Mark Kennedy, Peter Beardsley, Kolo Touré (ritiratosi lo scorso anno dopo una stagione al Celtic), Steve McMahon, Craig Bellamy, Dietmar Hamman, David James e Nicolas Anelka.

I calciatori ancora in attività

Sono in totale 4. Due giocano con Manchester City e Liverpool, mentre gli altri due giocano con West Bromich Albion e Nizza. Probabilmente avete già capito di chi stiamo parlando, ma andiamo con ordine.

Il più “anziano” è James Milner, uno dei pochi a fare il percorso inverso: trasferirsi da Manchester a Liverpool. Dopo 200 presenze con i citizens Milner è stato messo fuori dal progetto tecnico degli sceicchi e a trovato una nuova casa proprio al Liverpool, vivendo una seconda giovinezza. Vice-capitano di Henderson, si è rivelato un calciatore chiave dei reds, occupando svariate posizioni (anche quella di terzino sinistro) e incrementando il suo rendimento. Con Klopp ha trovato nel ruolo di intermedio di centrocampo una collocazione definitiva e felice, tanto da portarlo a diventare il miglior assistman di questa Champions League.

Daniel Sturridge e Mario Balotelli hanno solo un anno di differenza ed entrambi si stanno avvicinando ai 30 anni. Da tutti e due ci si aspettava molto di più, soprattutto dall’attaccante inglese. Se Balotelli può essere soddisfatto del suo Palmarés, Sturridge non ha vinto quasi niente e la sua carriera è in una fase di caduta libera con il WBA. Balotelli si è fatto conoscere in Inghilterra sia per meriti sportivi (soprattutto con il City) sia per diverse “ragazzate”. Con il Nizza si è preso una rivincita ed ora è di nuovo in cerca di squadra.

Il calciatore senza dubbio più talentuoso è Raheem Sterling. Esploso al Liverpool nella stagione in cui i reds hanno sfiorato il titolo con Gerrard e Suarez, è stato successivamente acquistato dal Manchester City per una somma altissima, trasformandosi dopo un anno in un assoluto flop. A farlo risorgere calcisticamente ci ha pensato Guardiola, i numeri di questa stagione con il City sono pazzeschi, 21 gol fatti e 12 assist per l’inglese ormai diventato anche un punto fermo della nazionale.

 

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