Quanto è cresciuto Youcef Atal

«Nel tempo libero, dopo allenamento, mangio e faccio un pisolino. Non riesco a resistere, devo dormire per recuperare energie, poi verso le 17 esco di casa e torno per cena». La routine a casa Atal, tranne durante il periodo di Ramadan in cui diminuisce la pazienza, è fatta di metodicità. Neppur la vittoria della Coppa d’Africa a luglio ha smosso il classe ’96, che ha messo radici all’Allianz Riviera comodamente posto a un’ora di volo da Algeri: «Nice est un très grand club qui donne de la confiance aux jeunes joueurs». L’unico problema semmai fu con l’anagrafe, dove un funzionario si sbagliò e gli raddoppiò una “t” nel cognome. Un errore che non cambia nulla: «Je ne changerai jamais, même si je deviens une star».

Il 28 aprile 2019, il secondo peggior attacco di Francia (quello del Nizza, con 26 reti segnate) sfidava il primo (Guingamp, 24) all’Allianz Riviera. Il margine sul disonorevole primato dei rossoneri fu imbottito proprio da Youcef Atal, un difensore, che con una memorabile tripletta si guadagnò definitivamente l’affetto del pubblico nizzardo. Patrick Vieira aveva del resto la terza miglior difesa (30 gol subiti), dietro solo a PSG e Lilla, e a fronte di scarsi investimenti da parte della proprietà cinese in sede di calciomercato – per non dire assenti – dovette lavorare con quel che passava la casa. L’attaccante titolare a inizio stagione era Balotelli, la sua riserva Myziane Maolida: ceduto il primo per motivi di mal di pancia e infortunatosi il secondo, il rientro di Mickaël Le Bihan da un biennio di infortuni e depressione rendeva la situazione drammatica. C’erano solo giovani (i ’99 Ganago, Sacko, Mahou, Jaziri e Sylvestre, il ’98 Pelican, il ’97 Srarfi) e un Allan Saint-Maximin che malgrado i 21 anni riuscì a segnare 6 reti celando la sua fumosità da dribblomane con una vena realizzativa perfezionata.

A quota sei reti c’era pure Atal, nato terzino destro ma impiegato da ala proprio per le carenze in organico. A quel punto, il terzino destro titolare (Christophe Jallet) s’alternava coi giovani Patrick Burner ed Andy Pelmard, accelerandone la maturazione mentre Atal – seguendo il principio della difesa come miglior attacco – sorprese tutti. Nell’estate in cui Seri e Plea portarono 53 milioni nelle casse della Costa Azzurra, i 3 milioni spesi per acquistare Atal dal KV Kortrijk erano coperti dai 5 investiti in Hérelle e i 10 a testa su Danilo e Maolida. A conti fatti, l’acquisto miglior è stato l’algerino, il cui valore odierno (25 milioni) è dodici volte maggiore.

Atal è nato tra Boghni e Mechtras, a Kabylie, da cui dopo soli sei anni di scuola partì insieme alla famiglia per Algeri. Il campetto di Chamaneuf divenne ben presto una scuola calcio, al CRB, preferita agli studi nonostante i buoni voti anche grazie all’insistenza paterna. Gli esordi con un club di quartiere, il Rigoudy, poi l’addio alla famiglia e l’approdo a Paradou nel 2014, tra i professionisti. Atal trovò terreno fertile: dopo sei gare senza vittoria fu mandato in campo, propiziò l’1-0 per la sua squadra e da lì apparve sempre dal primo minuto. Oliver Guillou lo testò nel 3-5-2 («J’occupais tout le couloir», ha raccontato in un’intervista esclusiva a Onzemondial) e sfruttando la pressione del presidente della Federcalcio Kheireddine Zetchi, pure presidente del Paradou, fu convocato per la prima volta in nazionale nonostante giocasse in seconda divisione.

Il Belgio fu l’approdo successivo: «Mi parlarono mio padre e il presidente, dissero che se avessi voluto fare carriera avrei dovuto accettare sacrifici. Era la mia occasione». Youcef accettò il Belgio, dove però non fu visto come difensore e dunque lasciato in panchina: «Giocai poco ma imparai il francese e appresi la puntualità». Il 3 marzo 2018 a Brugge alcuni emissari dell’OGC Nice videro i suoi 90’ da esterno destro. Impressionò la sua abnegazione, instillata nel motto in lingua cabila «Anarez wala neknou», «ci pieghiamo ma non ci spezziamo». Arrivò l’offerta. A Nizza Atal trovò l’habitat perfetto e le gare seguenti quella sopracitata col Guingamp non alterarono la situazione: Vieira concluse il suo primo anno con 30 reti segnate e 35 subite dalla sua squadra, indice di equilibrio tanto che volle replicare l’operazione Atal.

In estate dunque il Nizza ha pescato nuovamente in Algeria ottenendo il prestito di Ounas dal Napoli e acquistando per 4 milioni Hichem Boudaoui, proprio dal Paradou. Nel frattempo, il presidente Jean-Pierre Rivère ha messo le mani avanti: «Il nostro obiettivo è prendere giovani di talento, farli crescere e, col massimo rispetto, non venderli a Newcastle o club del genere. Li teniamo a casa nostra, solo se un giorno arriveranno Real Madrid o Bayern sarà difficile mantenerli».

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