Il calcio, gli stadi e l’impiantistica: una sfida da vincere. I numeri descritti dal report sul calcio presentato dalla FIGC non lasciano spazio alle interpretazioni: il calcio è un asset strategico del sistema economico italiano a livello sportivo, economico e sociale, ma evidenzi un potenziale di sviluppo ancora inespresso.
Lo stadio e l’impiantistica sportiva: l’abisso che separa Italia ed Europa
Fra Italia ed Europa, in termini di impiantistica sportiva, c’è un abisso: ultimi 18 anni, al di fuori dal paese, sono stati realizzati 226 nuovi impianti, con un investimento pari a 25,3 miliardi di euro. A investire di più nel settore stadi, Polonia e Turchia (oltre 30 nuovi impianti), poi Germania (19) e Russia (16). Nello stesso arco di tempo, in Italia si è rimasti a guardare o quasi. A queste latitudini sono stati realizzati solo sei impianti: Juventus, Udinese, Frosinone, Albinoleffe, Südtirol e Atalanta. Numeri che impallidiscono rispetto al continente: in Italia, in generale solo l’8% degli stadi non sono pubblici. Numeri sconfortanti anche in relazione all’età delle strutture: basti pensare che in media uno stadio di serie A ha 56 anni, mentre in B la media sale sino ai 74. Solo il 22% degli stadi di Serie A utilizzano impianti con fonti rinnovabili di energia.
L’esigenza di nuovi investimenti
Lo studio condotto dalla Federazione testimonia l’esigenza di nuovi investimenti, considerando anche gli importanti effetti indotti connessi all’introduzione di una nuova generazione di impiantistica sportiva in Italia. Un settore lasciato colpevolmente all’angolo, anche perché potrebbe apportare un grande valore aggiunto al settore calcio, ma anche all’intero Sistema Paese. In particolare, si stima che, laddove finalizzati, i 31 progetti di realizzazione di nuovi stadi di calcio in Italia attualmente in fase di programmazione o di effettiva realizzazione (820.000 posti a sedere) comporterebbero un investimento complessivo pari a 5,1 miliardi di euro, con un impatto aggiuntivo sul PIL di 6,1 miliardi.
Gli stadi, molto più che impianti sportivi
Lo stadio, del resto, per come è concepito adesso, è molto più di un impianto sportivo. Al netto delle attività aperte 7 su 7, (attività ricettive, ristorazione, merchandising) ogni nuova struttura genererebbe impatti capaci di creare, in media, 80mila posti di lavoro. Gravina sottolinea l’importanza di investire anche per tutelare la sopravvivenza del calcio italiano: “Il processo di candidatura per UEFA Euro 2032 sta stimolando percorsi virtuosi in diverse città d’Italia, perché il miglioramento dello scenario di criticità nelle ultime due stagioni sportive è dovuto all’aumento del valore della produzione che ha dei numeri importanti ma non ancora sufficienti da mettere in sicurezza i conti del calcio italiano”.
