Il caso tra Gianluigi Donnarumma e il Paris Saint-Germain è entrato in una fase delicatissima: secondo quanto emerso, l’entourage del portiere denuncia un vero e proprio cambio di rotta da parte del club, con accuse di “principio di mobbing” e l’ipotesi di azioni legali sul tavolo. Una situazione che non nasce da volontà di addio del calciatore, bensì da una scelta calata dall’alto che avrebbe escluso Donnarumma dal progetto tecnico, dopo trattative di rinnovo arrivate – a detta dell’agente – fino alla soglia delle firme.
Cosa viene contestato al club parigino
La ricostruzione che filtra è netta: non si tratterebbe di un braccio di ferro economico, ma di una decisione unilaterale che avrebbe “cambiato le carte in tavola” all’improvviso. L’accusa parla di esclusione dal progetto con comunicazioni tardive e motivazioni ritenute non convincenti. In questo contesto, il riferimento al mobbing – definito come “principio” e non come sentenza – viene usato per descrivere un quadro di pressioni e svalutazione professionale che, sempre secondo la parte del giocatore, inciderebbe sull’immagine e sulla serenità lavorativa del portiere.
Il nodo del rinnovo e la rottura del rapporto
Le trattative per il rinnovo erano state avviate da tempo e, secondo l’entourage, si sarebbe giunti a un’intesa sostanziale. Proprio nella fase conclusiva, però, la dirigenza avrebbe fatto un passo indietro, generando un corto circuito che ha innescato l’attuale crisi. Da qui l’idea, ventilata dall’agente, di verificare ogni tutela contrattuale e giuridica per difendere posizione e reputazione del calciatore, visto che la situazione – sempre nella loro versione – non nasce da un rifiuto di proseguire a Parigi.

Scenario legale: cosa significa “principio di mobbing”
Parlare di “principio di mobbing” non equivale a una pronuncia di un tribunale, ma indica la volontà di esplorare le vie legali qualora fossero ravvisati comportamenti idonei a ledere il professionista. L’idea di adire le vie giudiziarie è legata alla ricerca di una soluzione diversa rispetto a quella prospettata dal club: una tutela che possa preservare la posizione del portiere o, in alternativa, definire con chiarezza le responsabilità della rottura. È un passaggio potenzialmente rilevante per i futuri sviluppi contrattuali e sportivi.
Le possibili conseguenze sul futuro di Donnarumma
In attesa di sviluppi ufficiali, lo strappo apre interrogativi su presente e futuro del portiere. Se confermata l’esclusione tecnica, l’epilogo potrebbe essere una separazione, con la necessità di individuare una nuova destinazione in grado di garantire continuità e centralità. Dall’altra parte resta la volontà, ribadita dall’entourage, di chiarire il quadro con il club e di valutare ogni opzione, inclusa la via legale, per tutelare la carriera e l’immagine del calciatore. La sensazione è che la vicenda sia entrata in una fase in cui strategia comunicativa, diritti contrattuali e programmazione sportiva peseranno quanto – se non più – di qualsiasi considerazione tecnica.
