Supercoppa: Tala e Mohamed, il messaggio dei bambini rifugiati

Supercoppa Europea

Supercoppa Europea Immagine | it.uefa.com

Pasquale Luigi Pellicone

Agosto 14, 2025

Vince il Paris Saint Germain ai calci di rigore dopo una partita davvero emozionante, ma i momenti più significativi della finale di Supercoppa Europea arrivano prima del calcio di inizio e durante la cerimonia di premiazione della Supercoppa, la UEFA Foundation for Children ha voluto dare spazio a un messaggio universale di pace e umanità. Protagonisti: Tala e Mohamed portano il messaggio dei bambini rifugiati.

Supercoppa, la storia di Tala e Mohamed

Tala, 12 anni, è una ragazzina palestinese proveniente da Gaza, affetta da gravi problemi di salute. Dopo l’inizio della guerra, le strutture mediche della Striscia non disponevano più delle attrezzature necessarie per curarla. Grazie a un programma umanitario, è stata trasferita a Milano, dove ha potuto ricevere le cure indispensabili. Accanto a lei, Mohamed, 9 anni, porta sul volto e nel cuore le ferite della guerra. Ha perso entrambi i genitori in un attacco aereo e lui stesso è rimasto gravemente ferito. Insieme alla nonna, ha avuto la possibilità di lasciare Gaza e trovare accoglienza a Milano, dove è attualmente seguito da un team medico specializzato. Le loro storie non sono soltanto cronache di sofferenza, ma anche testimonianze di una forza straordinaria.

Il calcio come palco per un messaggio globale

L’iniziativa, voluta dalla UEFA Foundation for Children e dal presidente UEFA Aleksander Čeferin, dimostra ancora una volta come il calcio possa trasformarsi in uno strumento di sensibilizzazione di massa. Tala e Mohamed hanno accompagnato il presidente nella cerimonia di premiazione, portando simbolicamente sul campo la voce di chi spesso non ha spazio per essere ascoltato. Alla cerimonia di apertura hanno preso parte anche nove bambini rifugiati attualmente ospitati in Italia, provenienti da Afghanistan, Iraq, Nigeria, Palestina e Ucraina. Insieme hanno esposto un grande striscione con la scritta in inglese “Stop Killing Children – Stop Killing Civilians” (“Basta uccidere bambini, basta uccidere civili”), un appello diretto alla comunità internazionale.

Sport, diritti umani e responsabilità sociale

Il messaggio, chiaro e inequivocabile, ha trovato eco immediata sui social e nei media. La scelta di dare spazio a queste storie in un evento calcistico di portata mondiale non è casuale. La UEFA Foundation for Children, da anni impegnata nella tutela dei minori in contesti vulnerabili, utilizza la visibilità del calcio per promuovere valori universali: il diritto alla vita, alla salute e alla protezione dei bambini in guerra. In sintesi. un megafono per le istanze umanitarie, un ponte tra culture e un veicolo di solidarietà concreta. Le immagini di Tala e Mohamed, sorridenti nonostante il loro passato, rappresentano un invito a non distogliere lo sguardo dalle crisi umanitarie in corso. Del resto, fermare la violenza contro i civili e i bambini non è un’opinione: è un dovere universale.

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