Florenzi, addio al calcio: “Grazie calcio, ai giovani dico che…”

Alessandro Florenzi

Alessandro Florenzi Immagine | Ansa

Pasquale Luigi Pellicone

Agosto 27, 2025

Alessandro Florenzi dice basta. A 34 anni il calciatore, reduce da due gravi infortuni e svincolato dal Milan, ha ufficialmente annunciato il ritiro dal calcio giocato. Una decisione che segna la fine di una carriera iniziata nei campetti di periferia a sud della capitale, poi nelle giovanili della Roma e che ha raggiunto il suo apice a Wembley. Dopo più di 250 partite in giallorosso, l’esterno classe 1991 ha giocato a Valencia e nel Paris Saint-Germain, arricchendo il suo palmarès con la vittoria della Ligue 1 e della Supercoppa di Francia. Nel 2021 il trasferimento al Milan, dove è stato protagonista dello scudetto 2021/2022, contribuendo alla rinascita rossonera dopo undici anni di attesa.

Il messaggio di addio: “È stato bellissimo”

Una carriera segnata da alti e bassi, da successi e da infortuni, ma sempre affrontata con spirito di sacrificio e determinazione, caratteristiche che hanno reso Florenzi un esempio per compagni e tifosi. L’annuncio del ritiro  è arrivato tramite un video pubblicato sui suoi profili social, girato in un campetto di Roma. “È stato bello, anzi bellissimo. Mi hai insegnato resilienza, forza di volontà e la capacità di non arrendersi mai”. Nel suo messaggio, l’ex terzino ha voluto lanciare un monito ai più giovani: “Giocate sempre per lo stemma che portate davanti, non per il nome che portate dietro. Quello arriverà di conseguenza”. Il calciatore ha ringraziato compagni, allenatori, dirigenti e tifosi, sottolineando come il sostegno ricevuto negli anni sia stato fondamentale nei momenti più difficili. Un addio emozionante che conferma il suo profilo umano, oltre che professionale: un’eredità fatta di passione, sacrificio e attaccamento ai colori che ha difeso.

L’eredità di Alessandro Florenzi

Il video si chiude in modo eloquente. “Grazie ancora, amico mio: oggi ci salutiamo ma tu farai sempre parte di me“. Si chiude così un capitolo importante della sua vita, che lascia in eredità non solo un calciatore duttile capace di ricoprire più ruoli, ma anche uno uomo spogliatoio, leader silenzioso e punto di riferimento per ogni squadra in cui ha giocato. Il trionfo con la nazionale a Euro 2020, resterà uno dei momenti più alti della sua carriera, ma per i tifosi della Roma resterà il ragazzo cresciuto a Trigoria e diventato capitano, per quelli del Milan uno degli artefici dello scudetto che ha riportato entusiasmo e prestigio a San Siro. Per quelli della Nazionale un protagonista della cavalcata europea di Wembley. Il minimo comune denominatore: un amore trasversale e il rispetto di compagni e avversari. Quanto basta per tracciare il profilo di un uomo, prima ancora che un calciatore, apprezzato a ogni latitudine.

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