Serie A, tra biglietti e pay tv il calcio non è più di tutti: sicuri che il problema sia la pirateria?

Abbonamenti alle pay tv e allo stadio con prezzi sempre più alti

Abbonamenti alle pay tv e allo stadio con prezzi sempre più alti | Shutterstock - Footbola

Federico Liberi

Agosto 27, 2025

Aumentano i prezzi di biglietti per lo stadio e di abbonamenti alle pay tv e a rimetterci è la passione: l‘analisi

L’amministratore delegato della Serie A, Luigi De Siervo, a più riprese ci ha tenuto a sottolineare come il problema del calcio dei giorni nostri sia la pirateria. Aumenta il costo di Dazn? La colpa è di chi utilizza mezzi illegali per guardare le partite. Sempre la stessa frase, ripetuta come un mantra da chi, forse, cerca di convincersi che questa sia la realtà dei fatti. La verità però è un’altra, e non la si può capire al meglio dalle stanze della Lega Serie A. L’unico fatto oggettivo è che seguire il nostro campionato sta diventando un lusso. E a risentirne è il calcio stesso.

Il salasso delle pay tv: una tendenza che uccide il calcio

Sono lontanissimi i tempi delle partite in chiaro, e chiedere di riportare il sistema a quello antecedente al 1993 – quando arrivò l’accordo tra Lega Calcio e Telepiù – è utopia pura. Oggi, però, stiamo assistendo a un qualcosa che assume contorni sempre più difficili da comprendere.

La frammentazione dei diritti televisivi ha trasformato la visione delle partite in un percorso ad ostacoli. E anche molto costoso.

Oggi un tifoso che vuole vedere tutte le partite di campionato e coppe europee deve abbonarsi a più piattaforme: DAZN e Sky in primis, senza contare le esclusive della Champions di Amazon Prime Video.

La spesa complessiva per un pacchetto “completo” oscilla tra i 60 e i 90 euro al mese. Più di 700 euro l’anno, a fronte di un’offerta che spesso non garantisce né qualità tecnica impeccabile (si pensi alle polemiche sugli streaming di DAZN) né semplicità di accesso.

Andare allo stadio è un hobby per ricchi

Neppure l’esperienza dal vivo è più accessibile. A far discutere nelle ultime ore sono stati i prezzi dei biglietti del settore ospiti dell’Arena Garibaldi per la partita di Serie A – che si giocherà sabato 30 agosto – tra Pisa e Roma.

45 euro più 4 di commissioni: tanto era il prezzo richiesto ai tifosi giallorossi che avevano intenzione di seguire la proprio squadra in trasferta: una cifra spropositata, vista anche la qualità – siamo buoni – non eccelsa degli stadi nostrani e della loro offerta di intrattenimento collaterale.

Ma il problema non è solamente di questa partita nello specifico. I biglietti singoli hanno registrato aumenti significativi negli ultimi anni, soprattutto per le gare di cartello: 60, 80, anche oltre 100 euro per una curva o un distinti in certi top match.

Gli abbonamenti stagionali, pur presentati come soluzione “popolare”, hanno seguito lo stesso trend. A Milano, Torino, Roma e Napoli i costi medi sono saliti sensibilmente rispetto a cinque-dieci anni fa, con un effetto diretto: la famiglia e lo studente faticano a permettersi una partita allo stadio.

Il paradosso: se il tifoso non può permettersi di seguire le partite la colpa è… degli altri tifosi

Club e istituzioni calcistiche imputano la crisi economica del sistema alla pirateria, che certo incide, ma non può essere il capro espiatorio unico.

Il paradosso è evidente: invece di avvicinare i tifosi, si alzano barriere economiche che restringono la platea. E se la platea diminuisce la colpa viene data sempre al tifoso. Un circolo vizioso che non ha senso e che allontana la soluzione dal problema. E il risultato è sempre lo stesso: il calcio resta un prodotto amato, ma sempre meno accessibile.

E il rischio è duplice. Da un lato, lo svuotamento graduale degli stadi, con conseguente perdita di atmosfera, identità e futuro per le nuove generazioni di tifosi. Dall’altro, la crescente disaffezione di chi da casa, di fronte a costi in aumento e servizi frammentati, finisce per rinunciare o cercare alternative.

La vera sfida, quindi, non è combattere solo la pirateria, ma rendere il calcio di nuovo sostenibile per i suoi veri protagonisti: i tifosi.

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