I Red Devils vengono eliminati dal Grimsby, quarto livello inglese, e la pressione su Rúben Amorim sale ancora.
L’Old Trafford ammutolisce al rigore decisivo. Il Manchester United è fuori dalla Coppa di Lega, eliminato dal Grimsby Town, squadra di League Two, il quarto livello del calcio inglese. Un risultato che riscrive in negativo la storia recente dei Red Devils. Finisce 2-2 nei tempi regolamentari, ma ai rigori passa il Grimsby, 12‑11. Il tecnico Rúben Amorim, arrivato tra grandi aspettative, si trova ora al centro della bufera. La squadra è apparsa fragile, disordinata e incapace di gestire la pressione. La reazione, arrivata nel finale, non è bastata a evitare una sconfitta che brucia e apre interrogativi pesanti sul progetto tecnico.
Primo tempo da incubo, finale beffardo: lo United non riesce più a reagire
La partita è cominciata nel silenzio, è finita tra i fischi. Dopo un primo tempo disastroso, con due gol subiti in meno di mezz’ora, il Manchester United si è ritrovato sotto 2-0 contro una formazione sulla carta inferiore in ogni zona del campo. Le disattenzioni difensive, i movimenti lenti e la mancanza di equilibrio sono sembrati sintomi evidenti di una squadra che non riesce a riconoscersi.

Nel secondo tempo, con l’ingresso di alcuni titolari, il ritmo è cambiato. Il gol di Bryan Mbeumo ha riaperto la gara, seguito dal colpo di testa di Maguire che ha portato il 2-2. Ma la rimonta è rimasta incompiuta. Ai rigori, la tensione ha tradito chi avrebbe dovuto fare la differenza. L’errore decisivo è arrivato alla fine di una serie lunghissima, quando l’intero stadio si aspettava il passaggio del turno. Invece no. Il Grimsby ha segnato. Lo United ha sbagliato. E la partita è finita con i giocatori sotto la curva, senza fiato né scuse.
Il dato è crudo: si tratta della prima eliminazione nella storia del club da parte di una squadra di quarta divisione in questa competizione. Un’umiliazione, più che una sorpresa. La sconfitta ha mostrato, più dei risultati precedenti, le crepe strutturali di una squadra costruita male e allenata peggio. Il volto di Amorim, a fine partita, raccontava tutto: una direzione tecnica in difficoltà, un progetto che rischia di crollare dopo nemmeno tre mesi.
Contestazioni e clima in bilico: Amorim è già a un bivio
Fuori dallo stadio i cori sono stati inequivocabili. I tifosi, già scontenti dopo l’eliminazione dalle coppe europee, hanno reagito con rabbia e frustrazione. La parola che circola più spesso è fallimento. Lo United era partito con ambizioni alte, con un allenatore giovane e idee nuove. Ma oggi tutto sembra sfumato. I numeri sono impietosi: la squadra non segna abbastanza, subisce troppo e sembra incapace di reggere la pressione. Il gioco non c’è, le rotazioni non funzionano, e i senatori appaiono scollegati dal resto del gruppo.
In molti puntano il dito sulla gestione di Rúben Amorim, accusato di insistere su un sistema che non si adatta ai giocatori a disposizione. Anche le sue dichiarazioni post partita hanno lasciato perplessi: toni duri verso la squadra, parole che sembrano scaricare le colpe. E dentro lo spogliatoio, qualcuno non ha gradito. I senatori tacciono, ma gli sguardi parlano. Il malessere è palpabile.
Sul fronte dirigenziale, nessuna decisione ufficiale. Ma la posizione dell’allenatore è seriamente in discussione. Il prossimo turno di Premier League sarà un banco di prova: un altro passo falso potrebbe costare caro. L’ambiente è carico di tensione, la fiducia sta evaporando. E l’impressione è che la società stia già valutando le alternative.
Quel che è certo è che la sconfitta contro il Grimsby ha cambiato tutto. Non è solo un’eliminazione. È un segnale. Qualcosa si è spezzato. E se lo United non reagisce subito, la stagione rischia di diventare una lunga agonia.
