Chivu, che confusione: la nuova Inter non c’è

Cristian Chivu

Cristian Chivu Immagine | Ansa

Pasquale Luigi Pellicone

Settembre 2, 2025

L’estate di calciomercato dell’Inter era stata annunciata come il preludio della stagione della svolta, quella in cui la dirigenza avrebbe dovuto ridisegnare la rosa per il futuro. In realtà, la sessione estiva della campagna acquisti nerazzurra si è trasformato in un labirinto di indiscrezioni, smentite, trattative mai decollate e costantemente disattese. E Chivu si ritrova una Inter che non c’è. 

Chivu, nessuno svecchiamento, poche certezze

Yann Sommer sembrava con le valigie pronte per la Turchia, salvo poi rimanere a Milano. Su di lui si è scritto di tutto: incedibile, partente, titolare, riserva. Stessa storia per i giovani, con il nome di Giovanni Leoni volato invece al Liverpool per 35 milioni di euro, con tanto di immediata chiamata in nazionale. Un segnale di quanto la strategia di rinnovamento sia rimasta sulla carta. Risultato: l’Inter che avrebbe dovuto ringiovanire la retroguardia si ritrova ancora con De Vrij, Acerbi e Darmian, tutti con un anno in più, con poche alternative e il serissimo rischio di perderli tutti a parametro zero la prossima estate mentre Upamecano, Kim e Solet sono rimasti soltanto nomi accostati, mai realmente avvicinati.

Quanta confusione in mezzo al campo

A centrocampo la situazione non è stata diversa. Calhanoglu è stato a un passo dall’addio, cercato dal Galatasaray, ma la valutazione di 30 milioni fatta dall’Inter ha chiuso subito ogni spiraglio. Resta a Milano, ma con un inizio stagione sottotono e una scadenza lontana, giugno 2027, difficilmente attirerà offerte nel breve termine. Frattesi, invece, sembrava destinato a partire, salvo poi restare e rinnovare, ma senza trovare spazio nella prima di campionato. Anche in questo reparto i i possibili rinforzi sono rimasti sogni: Ederson, Rovella, Koné, Rabiot (poi al Milan). Alla fine è arrivato Diouf, mentre Asllani ha fatto le valigie. Una sessione di mercato confusa, senza una linea chiara e con poca progettualità.

L’attacco: il festival dell’improvvisazione

Anche le operazioni in attacco hanno confermato l’immagine di un’Inter bloccata. Lookman è sfumato, Nkunku è arrivato sì a Milano ma ha scelto la sponda rossonera. Lautaro Martínez resta il leader offensivo, affiancato da Marcus Thuram, ma senza quel rinforzo di qualità che avrebbe potuto fare la differenza. I giovani come Pio Esposito e Bonny piacciono, ma restano più progetti che certezze. Luis Henrique deve ancora dimostrare il proprio valore. Sullo sfondo, il cambio in panchina: via Simone Inzaghi, direzione Arabia Saudita, e dentro Cristian Chivu. Una scelta coraggiosa ma che rischia di appesantire ulteriormente un contesto reso fragile da tante occasioni mancate e un progetto sospeso tra presente e futuro.

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