Il commissario tecnico azzurro si ritrova con più opzioni che mai: ora tocca scegliere i titolari.
Gennaro Gattuso si trova di fronte a una delle rare situazioni che ogni commissario tecnico sogna e teme allo stesso tempo: l’abbondanza di soluzioni offensive. Dopo anni in cui il reparto avanzato della Nazionale italiana ha mostrato lacune evidenti in termini di continuità e gol, ora la scena è cambiata. Il ct, alla guida degli azzurri dallo scorso luglio, può contare su un ventaglio di nomi giovani, affamati, con caratteristiche diverse e già protagonisti nei rispettivi club.
Non c’è solo il recuperato Scamacca, rinato con la maglia dell’Atalanta, ma anche la costanza di Retegui, che al Genoa continua a segnare con regolarità. E poi ci sono i profili più “ibridi” come Raspadori, capace di svariare su tutto il fronte offensivo, e Gnonto, che dopo un periodo complicato in Premier sembra aver ritrovato fiducia. A completare il quadro, restano in corsa anche attaccanti come Pellegri e Kean, pronti a inserirsi in caso di emergenza o rotazioni frequenti.
Una gestione complessa tra modulo e personalità
Per Gattuso, il primo nodo da affrontare riguarda l’equilibrio tattico. L’ex tecnico di Napoli e Valencia predilige un calcio verticale, basato sull’aggressività e sulle transizioni rapide. Questo comporta la necessità di avere un centravanti capace di attaccare la profondità e di proteggere palla nei momenti chiave. Scamacca, per struttura fisica e tecnica, sembra il più adatto. Ma Retegui, con movimenti meno appariscenti e una presenza costante in area, ha già dimostrato di essere un finalizzatore affidabile.

L’altro elemento da considerare è la chimica tra reparti. L’attacco non può prescindere dall’intesa con centrocampisti come Frattesi, Barella e Pellegrini, che tendono ad accompagnare molto l’azione. Da qui la possibilità di testare un sistema a due punte, magari con Raspadori a ridosso della prima punta. Un’ipotesi che Gattuso ha già lasciato intendere, soprattutto in vista degli impegni più duri delle qualificazioni ai prossimi Europei.
Il ct dovrà anche saper gestire le personalità forti presenti nel gruppo. Alcuni attaccanti sono titolari nei club, altri vivono periodi di alternanza. Mantenere alta la competitività senza generare malumori sarà una delle chiavi per costruire un gruppo solido. E da questo punto di vista, la figura di Gattuso come uomo-spogliatoio potrebbe rivelarsi determinante.
I numeri in crescita e il nuovo volto dell’attacco azzurro
Negli ultimi dodici mesi, l’Italia ha registrato un incremento netto della media realizzativa nei match ufficiali, passando da 1,1 a 1,6 gol a partita. Un dato che non nasce per caso. Molti dei nuovi attaccanti convocati da Gattuso arrivano da campionati in cui il ritmo è più alto e la finalizzazione più diretta. La Serie A, la Premier League e la Bundesliga hanno forgiato giocatori più rapidi nel pensiero, meno statici, e pronti a giocarsi il posto.
A ottobre, nella sfida contro la Svizzera, Gattuso potrebbe testare una coppia offensiva diversa rispetto alle ultime uscite. Scamacca e Raspadori è una delle soluzioni più attese. Ma occhio anche alla carta Gnonto, spesso utilizzato a partita in corso per spaccare le difese stanche.
Quello che emerge è un attacco non più basato su un solo riferimento, ma su un sistema dinamico, che cambia volto in base all’avversario. Una novità non da poco per una Nazionale che, dopo gli ultimi anni incerti, ha bisogno di certezze e gol pesanti.
E Gattuso, con il suo stile diretto e senza filtri, sta cercando proprio questo: giocatori pronti a prendersi la maglia con fame, corsa e senso del gol. I nomi ci sono. Ora tocca scegliere.
